A poche ore dall’inizio del derby, l’ex bomber giallorosso, Roberto Pruzzo, ha rilasciato alcune dichiarazioni al riguardo:
Con la maglia della Roma hai segnato tre gol in campionato contro la Lazio; il primo il 28 ottobre del 1979, per quel pareggio di cui a nessuno poteva importare più nulla, dopo la tragedia di Vincenzo Paparelli… «Per me ancora oggi, nel ricordo, quello è un pomeriggio surreale, non so trovare aggettivo migliore. Scendemmo in campo con un clima che non saprei definire, ma intuendo che fosse successo qualcosa di grave; sta di fatto che non eravamo ancora stati informati: non sapevamo, non capivamo; né noi, né i nostri avversari, credo, per quanto mi ricordo perlomeno. Quando venimmo a conoscenza dell’episodio, io feci una serie di riflessioni: innanzitutto su cosa sarebbe potuto accadere se la notizia fosse stata ufficializzata prima; poi, negli anni a seguire, ho spesso pensato che quella tragedia avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per cominciare ad agire in maniera decisa e decisiva contro la violenza negli stadi, ma a tanti anni di distanza dobbiamo dire che si è fatto poco, molto росо».
Hai avuto, in tutti i tuoi anni di Roma, dei compagni che il derby era meglio che non lo giocassero, per quanto lo sentivano? «Ah! Proprio che non lo giocassero no, ci mancherebbe, però posso dirti che i romani cominciavano a sentire la pressione anche tre settimane prima… ricordo quanto fossero tesi alla vigilia Bruno Conti, Peppe Giannini; diciamo che si trasformavano, letteralmente».
Anche Agostino Di Bartolomei? «Certamente lo sentiva come gli altri, però lui aveva la particolarità di non lasciar trapelare quasi per nulla i suoi stati d’animo all’esterno; per quel che mi ricordo, prima di ogni partita io l’ho visto sempre concentratissimo ma imperturbabile».
Tornando all’attualità, come ci arrivano Sarri e Mourinho? «Non è facile dirlo, con le partite di coppa che ci sono state in mezzo e che possono condizionare l’atteggiamento di entrambe durante il derby; forse ci arriva un po’ meglio la Lazio ma la posta in palio continua a essere alta perché nel frattempo la classifica continua ad aspettare entrambe. È un particolare che potrebbe far prevalere la logica del “meglio due feriti che un morto”…..».
Chi sarà decisivo della Roma? «Dico Abraham perché a me continua a piacere e perché gli farebbe bene».
FONTE: Il Corriere dello Sport