La Roma torna a giocare una finale europea dopo oltre trent’anni. Sono poche quelle disputate dai giallorossi nella loro storia. La più dolorosa rimane quella di Coppa Campioni 83/84 persa ai rigori con il Liverpool. Quella sera in porta c’era Franco Tancredi.
Come arriva la Roma alla sfida più importante della stagione? “Partire con la qualificazione all’Europa League già in tasca è importantissimo. Consentirà alla squadra di preparare il match a mente sgombra. La pressione ovviamente ci sarà, ma fino a un certo punto. Sono contento che l’ultima gara sia stata giocata venerdì scorso, i giocatori hanno a disposizione 5 giorni per ricaricare le pile”.
Che cosa successe a voi prima di quel Roma-Liverpool? Liedholm decise di portarvi in ritiro. Stavolta invece Mourinho è rimasto Trigoria. “Riposarsi e pensare soltanto al Feyenoord per 10/15 giorni sarebbe potuto essere controproducente. Prima di giocare con il Liverpool Liedholm ci portò in ritiro per una settimana, io avrei fatto una scelta diversa. Era trascorso troppo tempo tra l’ultima di campionato e la finale dell’Olimpico, in più a Cavalese pioveva tutti i giorni. Fu veramente un ritiro pesante. Il Liverpool invece disputò due amichevoli al caldo. La mia idea è che se le avessimo giocate anche noi saremmo arrivati meglio alla finale. Il Feyenoord invece è volato in Portogallo. Gli olandesi, così come gli anglosassoni, hanno una mentalità diversa in questi casi. Quando i club vanno all’estero spesso le famiglie dei giocatori partono con loro. I giocatori del Liverpool arrivarono all’Olimpico insieme a mogli e figli. C’è un altro modo di preparare questi appuntamenti, si cerca di rispettare il più possibile la quotidianità dei calciatori. Non sto dicendo che la Roma ha perso quella partita a causa del ritiro, sia chiaro. Ci sono state una serie di situazioni sfortunate, come l’assenza di Maldera e l’infortunio di Pruzzo. Sul gol del Liverpool l’arbitro commise un errore clamoroso applicando la regola del vantaggio su una carica al portiere”.
Mercoledì la Roma è favorita? “Sono convinto che sia la squadra più forte, ma non mi sento di dare percentuali. La Roma vista nella seconda metà del campionato mi fa ben sperare. Un pizzico di fortuna in ogni caso non guasta mai. Con il Liverpool noi non ne abbiamo avuta neanche un po’”.
La garanzia più grande è avere Mourinho in panchina? “Quello che ha fatto in Europa e nella sua carriera è sotto gli occhi di tutti. Lui è il valore aggiunto di questa squadra e uno dei principali artefici della cavalcata che ha condotto la Roma a giocarsi un coppa europea dopo oltre trent’anni”.
Come giudica la prima stagione di Rui Patricio in Italia? “È un giocatore di grande esperienza e personalità. Ha qualità e riesce a trasmettere tranquillità alla squadra. Rispetto ai portieri visti dopo la cessione di Alisson la Roma ha fatto un salto di qualità”.
Che cosa darebbe per scendere in campo mercoledì? “Sarebbe bello. Anche se è andata male, sono comunque grato di aver disputato una finale di Coppa Campioni. Mentalmente l’ho rigiocata tante volte ma purtroppo il vero risultato non cambia”.
FONTE: Il Tempo – E. Zotti
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