La palla che regala nel secondo tempo di Roma-Bologna a Karsdorp è l’emblema del suo talento. In pochi, in Serie A, hanno la classe e il piede di Javier Pastore e questo è un dato di fatto. In pochi però, e anche questo è un dato di fatto, negli anni hanno avuto tutti i suoi problemi fisici.
Domande che resteranno senza risposte, visto che da 2018 (anno in cui è stato acquistato per 24.7 milioni) il Flaco in giallorosso ha giocato appena 33 partite (con 4 gol e 3 assist) […] Qualche grazie, però, è un po’ più sentito degli altri: alla moglie e ai figli, che sono stati la sua roccia, ai medici e ai fisioterapisti che lo hanno aiutato, e ai compagni di squadra, quelli per cui Pastore è sempre stato un riferimento pur senza giocare (per informazioni chiedere a Borja Mayoral).
Adesso il numero 27 della Roma – che può giocare solo in campionato perché non è in lista Uefa – spera di avere altre occasioni per riuscire a capire cosa ne sarà del suo futuro: l’avventura a Roma appare ai titoli di coda perché la società vorrebbe rescindere il contratto fino al 2023, a 4.5 milioni di stipendio, e lui non avrebbe problemi a farlo, purché prima riesca a trovare una squadra. Cosa non semplice senza giocare e quindi dimostrare di stare bene fisicamente.
Potrebbe tornare in Argentina, al Talleres, oppure andare a giocare un paio d’anni negli States. Ipotesi concrete, che valuterà a fine stagione. Nel frattempo spera di riuscire a dare il suo contributo ad una rincorsa Champions davvero molto complicata, per poi salutare tutti con il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli