Dalla clausura è uscito con il sorriso, la freschezza di una speranza ritrovata. Javier Pastore ha ricominciato ad allenarsi, sia pure ai ritmi blandi di questi tempi di ripresa, e vede una nuova luce splendere tra i pollini di maggio. Forse può tornare a giocare, a giocare anche in tempi relativamente rapidi, se il Governo darà l’ok al calcio per aprire le porte.
L’infiammazione all’anca, che non gli consentiva neppure i movimenti domestici più ordinari, sembra passata, o comunque è arrivata a un livello di gestibilità che qualche mese fa sarebbe stato benedetto. Sei mesi dopo la sua ultima presenza vera, il 10 novembre a Parma, Pastore prepara un altro ritorno. Nell’eventualità di un ciclo molto intenso di partite ravvicinate, con cinque sostituzioni ammesse, il suo estro e le sue giocate possono tornare molto utili a Paulo Fonseca, che ha avuto un ruolo determinante nel suo rilancio autunnale. Il feeling tra i due è tale da giustificare un cauto ottimismo.
Di una pubblicità positiva del brand Pastore può beneficiare la Roma anche in sede di mercato. E’ noto che l’ingaggio da 4,5 milioni netti, il secondo della rosa dietro a Dzeko, costituisca un enorme fardello per la società, tanto più che il contratto scade nel 2023. Ma se dovesse dimostrare di essere guarito, Pastore potrebbe attirare qualche ammiratore che decida di investire su di lui. Nei mesi scorsi la Roma aveva provato a proporlo in Cina, per riportare a Trigoria l’ex El Shaarawy, ma l’operazione non si è concretizzata per il secco rifiuto dello Shanghai. In estate la situazione potrebbe essere differente. Anche se nella testa del giocatore c’è il sogno «se Dio vorrà un giorno, di giocare in Argentina» nel “suo” Talleres. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida