Sofferenza, cuore, nervi, fortuna, sfortuna, belle giocate ed errori. Nel frullatore di Amsterdam c’è stato tutto e il contrario di tutto. Ma nelle tasche della Roma resta una vittoria in trasferta, con due gol segnati, che vale oro. Il simbolo di questa notte pazza d’Europa un nome e cognome: Pau Lopez, il portiere che vive l’incubo delle meteore Stekelenburg e Goiocochea e che si porta sulle spalle il peso di illustri predecessori come Alisson e Szczesny.
E siccome la soluzione spesso sta proprio nel mezzo, nella partita più importante della stagione lo spagnolo non si è fatto mancare nulla, facendo capire sia perché la Roma l’ha pagato così tanto (quasi 30 milioni tra cartellino e clausole) e sia i motivi per cui viene criticato ormai da un anno e mezzo.
Un paio di errori in fase di impostazione da far venire i brividi, la lettura non perfetta dell’uscita sull’1-0 (qui errore minimo), poi il rigore parato a Tadic per la svolta. Già così sarebbe il riscatto perfetto. Ma non è finita qui. Un pallone che gli è praticamente scivolato tra le mani al 67′ e, dopo un minuto, ha salvato la Roma in uscita su Brobbey. Nell’ultimo quarto d’ora, infine, altri due miracoli su Antony.
Al triplice fischio Pau si è lasciato andare in un lungo abbraccio con Ibanez che l’ha ringraziato per aver parato il rigore che lui stesso aveva causato. “Sì, il rigore di Tadic ha cambiato la dinamica della partita. Il gol subìto era evitabile, ma siamo stati un po’ sfortunati. Qui ad Amsterdam abbiamo raggiunto un grande risultato. Ora li aspettiamo all’Olimpico. Giovedì prossimo ci attende una gara difficilissima“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota