Orgoglio e determinazione: questo si è visto all’Olimpico domenica, una Roma del tutto diversa da quella di Genova e più determinata a vincere, rispetto alla prestazione di Coppa. Aspettavamo di leggere stanchezza dietro molte prestazioni, ma è stato tutto il contrario, stanco alla fine sembrava il Milan.
L’uomo mascherato, ormai nostro personaggio preferito, e Nicolò il grande sono stati i trascinatori di di tanti altri giallorossi, che hanno trovato prestazione e ritmo. Perfino gli inserimenti dalla panchina hanno strappato sorrisi e applausi e, ancora di più Pastore, incomprensibile per oltre un anno, all’improvviso sbocciato in una partita decisiva.
E proprio su Pastore, assieme alla prestazione di Mancini, in un ruolo interpretato solo due volte, si è aperta la discussione del giorno nel popolo giallorosso: la metamorfosi è merito del carattere della squadra, messa alle strette dall’emergenza continua, oppure c’è soprattutto la mano e la determinazione di Fonseca dietro il miracolo? Una risposta netta non c’è, probabilmente le due cose assieme, ma sempre con la regia dell’allenatore.
Per capire meglio, dobbiamo attendere la trasferta di stasera a Udine, sempre in overdose di stanchezza e in riserva di giocatori freschi, e la prossima gara col Napoli. Fossimo al posto di Fonseca, staremmo lontani dagli elogi personali perché a Roma sono spesso seguiti da linciaggi ingiustificati.
FONTE: Il Messaggero – P. Liguori