Alla Roma è stato solo due stagioni (’97-98 e ’98-99), non ha vinto niente, ma è rimasto lo stesso nel cuore dei romanisti. Si è spiegato i motivi?
«Credo che sia perché li ho fatti sorridere, con gol belli e importanti come quelli alla Juventus e al Milan: erano orgogliosi. Tutte le volte che pubblico su Instagram un gol con la maglia giallorossa, ricevo centinaia di commenti. Mi fa molto piacere perché Roma è nel mio cuore».
Ieri è stato l’anniversario del derby vinto 3-1 contro la Lazio nel 1999: la Roma non lo vinceva da cinque anni, e l’anno prima avevate rimediato 4 sconfitte su 4… «Ci riscattammo. In realtà era assurdo che non fossimo riusciti a vincere prima. Fu la mia partita più importante con la Roma: quando sono arrivato tutti mi parlavano di questa sfida».
Si aspettava Totti fuori dalla Roma? «No, però sapevo che per lui non sarebbe stato facile. È stato una leggenda da calciatore, ripetersi da dirigente era impossibile. Avrebbe dovuto prendersi del tempo per stare con la famiglia, e poi decidere con calma. Ma sono sicuro che prima o poi rientrerà».
Di Zeman che ricordo ha? «Quelli con lui sono stati i miei anni migliori: i primi due mesi mi sono serviti per capire i suoi schemi, poi sono andato benissimo: ho segnato 12 gol il primo anno e 12 il secondo. La Roma che ha vinto lo scudetto lo ha fatto anche grazie al lavoro di Zeman, è stato un pezzo importante del puzzle».
Anche lei andò via prima di vincere in giallorosso… «Mi è dispiaciuto non farlo con la Roma. Mia moglie non voleva andare via e i tifosi mi volevano lasciare la città, ma al Bayern Monaco ho vinto campionato, Champions League e Intercontinentale».
Si aspettava che Di Francesco sarebbe diventato l’allenatore della Roma? «Sinceramente non pensavo nemmeno che avrebbe fatto il tecnico. Con la Roma ha fatto benissimo, poi ha pagato l’enorme pressione che c’è».
Cosa pensa di Fonseca? «Io faccio il commentatore del campionato italiano per la tv brasiliana e la Roma l’ho vista spesso. È difficile lavorare con una squadra sempre rivoluzionata, ha avuto troppi infortuni: vuole giocare in un certo modo, ma non sempre ci è riuscito. Ci sono molti giovani e non è facile, non ci sono grandi individualità, a parte Dzeko che ha segnato gol importanti. Quando le cose non vanno bene, tutti soffrono».
FONTE: Il Corriere della Sera