Partiamo dalle iniziative di Roma Cares: è più bello essere romanisti in questi giorni, vedendo i tanti gesti di solidarietà del club?
«Da romano sono molto orgoglioso di quello che sta facendo la società perché sta cercando veramente di dare una grossa mano a tutti quanti. Ad esempio sta aiutando i nostri tifosi più anziani, mi viene in mente quando hanno consegnato loro quei pacchi con beni primarie delle mascherine, oppure il call center che hanno appena attivato per consentire alle persone più a rischio di farsi portare a casa la spesa o dei farmaci, così evitano di uscire».
Il campionato deve ripartire? «Penso che ovviamente la salute e la sicurezza siano le cose più importanti da valutare in questo momento. È stato giusto fermare, allo stesso tempo ritengo che noi giocatori dobbiamo essere disposti a ricominciare quando le cose saranno rimesse in sicurezza, in modo da non rischiare né noi, né te nostre famiglie e nessun altro. Dobbiamo dare la nostra autorizzazione a far ripartire il campionato: è questa l’intenzione che ho avuto modo di capire dai nostri compagni e dagli altri colleghi. Abbiamo voglia di giocare e credo che se tornassero le partite potremmo tenere un po’ di compagnia alle persone che devono rimanere a casa in questo momento così difficile. Sarebbe una piccola buona notizia da dare alle famiglie è a tutti gli appassionati di calcio»,
I calciatori della Juve si sono tagliati gli stipendi, voi che farete? «Siamo in costante contatto con la società che ci tiene aggiornati su tutte le riunioni e decisioni che si stanno prendendo. internamente alla squadra ci siamo messi a parlare e confrontarci fra di noi per trovare la soluzione migliore. Questo però è ancora un argomento che preferisco mantenere riservato perché né noi né la società abbiamo ancora comunicato nulla sulla nostra decisione. Quando sarà il momento, lo spiegherà la Roma».
Alcuni calciatori, vedi Higuain, non hanno rispettato la quarantena e sono partiti per i loro Paesi, Voi restate tutti qui? «Sono rimasto piuttosto stupito di quello che è successo in altre squadre. Per quanto riguarda noi, ne abbiamo parlato con i compagni tramite una video-chiamata di gruppo e tutti si sono messi a disposizione per fare quello che la società ci ha chiesto, cioè di rimanere a casa senza fare grossi spostamenti. Sono contento perché lo trovo rispettoso non solo nei confronti del club, ma pure di tutti gli italiani rinchiusi dentro le loro abitazioni».
Domanda al tifoso Lorenzo: se il campionato ripartisse, otre al quarto posto, c’è in ballo uno scudetto che preoccupa i romanisti… Meglio fermarsi qui? «Ovviamente spero di poter ricominciare presto il campionato, è quello che si augura chiunque segua il calcio. Noi dobbiamo rimanere concentrati sui nostri obiettivi, senza pensare agli altri: credo fortemente che sia questo l’unico modo per migliorare e crescere».
Ti hanno fatto male quei fischi dei tifosi? «I fischi per me non sono stati assolutamente un problema. Ho sempre detto che le critiche siano una cosa di cui bisogna essere parzialmente contenti:se qualcuno ti fischia vuol dire che crede in te e puoi fare qualcosa in più. Sono sempre rimasto positivo quando mi sono trovato in situazioni del genere, Semmai mi hanno dato fastidio tutte le chiacchiere che si sono create attorno a questo. Ai tifosi della Roma non ho davvero nulla da dire, per me sono come una famiglia Anche in questi momenti o in passato quando posso aver avuto qualche difficoltà mi sono sempre rimasti vicini. Quindi ripto:nessun problema. Lo è stato molto di più l’infortunio al piede e l’operazione che ho dovuto fare. Ma anche quella è passata e adesso ho tanta voglia di ripartire e fare bene».
Sul tuo contratto c’è sempre una clausola rescissoria. Che faresti ora se un’altra squadra ti chiamasse a luglio? «Visto il periodo difficile mi sembra un po’ assurdo parlare di mercato, lo dico in generale e non solo riferito alla mia situazione, Come ho dichiarato tante volte vedo nella Roma una crescita costante, soprattutto a livello di valori e umanità. Mi auguro che il mio percorso di crescita possa essere parallelo a quello della società, per questo credo che io e la Roma possiamo continuare a crescere insieme per toglierci delle soddisfazioni».
FONTE: Il Tempo – A. Austini