Arriva il capitano e prova a mettere una pezza. De Rossi copre Di Francesco. Un gesto doveroso, legittimo, come legittime sono anche le critiche che Daniele stesso muove al resto della squadra. Tutti colpevoli insomma, ognuno avanti con il solito obbligo morale, ovvero fare meglio di così. E a occhio e croce non sembra proprio una impresa titanica. Il problema è questo: si deve proseguire con o senza Di Francesco? De Rossi dixit: «Eusebio è lo stesso che ci ha portato in semifinale di Champions e non vedo perché deve essere preso solo lui come colpevole. Per battere Bologna e Chievo non c’è bisogno di Guardiola in panchina, quindi prendiamoci anche noi le nostre responsabilità.
Certo, starà sbagliando anche lui, perché quando le cose vanno male non si salva nessuno ma non mi sembra questo il momento di dare la colpa all’allenatore». Una linea aperta da Perotti in settimana. Poi alle parole devono corrispondere i fatti. Che però ha la colpa di cambiare troppo: giocatori,moduli. «Forse si,ma cosa dovrebbe fare un allenatore se vede che le cose non vanno?Mi piacerebbe fare questo mestiere e capisco la difficoltà. Non è intelligente intestardirsi troppo se vedi che le tue idee non funzionano. Noi non facciamo un passo indietro e non ci sottraiamo di un centimetro alle nostre difficoltà. Per me sarebbe assurdo perseverare, quando le cose non vanno»