Viene da Genova Fabrizio Piccareta, città di navigatori e giramondo, e seguendo gli Inter Campus aveva girato i sette mari, dalla Cina alla Colombia, dalla Cambogia a Cuba, passando per l’Iran, con esperienze da secondo in Portogallo e Inghilterra. (…)
L’australiano non se la prese, rimasero in buoni rapporti, e qualche anno dopo, quando Piccareta era diventato allenatore della Roma Under 17, lo chiamò per dirgli che aveva un ragazzo davvero bravo. Un anno e mezzo dopo mister Piccareta ha fatto la sua seconda finale scudetto, proprio contro la squadra della sua città, l’ha vinta, e a quel punto è salpato in cerca di altre sfide, approdando a Ferrara, per guidare la Spal Primavera. (…)
E così era a casa sua, a Genova, davanti alla tv, per Roma-Verona. Immaginava che potesse succedere quel che è successo? «A dire il vero ero davanti alla tv anche per Roma-Milan Primavera, qualche ora prima. Ma anche la Roma di Mourinho la guardo sempre volentieri. Un po’ perché dopo tre splendidi anni a Trigoria un legame si è creato, un po’ perché in panchina ci sono molti dei miei ragazzi, e spero sempre che qualcuno possa entrare».
Bove e Zalewski li ha allenati. Ma Volpato, che oltre a entrare ha segnato un gran gol al primo tiro in serie A, non sarebbe alla Roma senza di lei. «Un colpo di fortuna. E devo dire grazie anche a due osservatori della Roma, Giuseppe Stasio e Bruno Banal. Oltre, ovviamente, al mio amico Tony Basha, dell’Australasian Soccer Academy, che qualche anno prima mi aveva offerto un lavoro. Alla fine non sono andato, ma siamo rimasti in contatto, ci sentiamo spesso, è venuto a Roma una settimana, per vedere i miei allenamenti a Trigoria. Il primo messaggio, quando Cristian ha segnato, è stato il suo. E pensare che su Dazn hanno detto che la Roma lo aveva scoperto in un torneo in Malesia…».
Le giovanili della Roma non hanno fatto tornei in Malesia. «Appunto. E comunque Volpato è arrivato perché Basha mi ha parlato di lui, e mi ha chiesto di vederlo. Gli ho chiesto di mandarmi un video, ma non ce l’aveva. O meglio, non aveva il video di una partita, perché la sua è un’academy, si fa miglioramento tecnico, ma non sono iscritti a nessun campionato. E quindi non ha trovato partite da mostrarmi: mi ha mandato dei video con delle esercitazioni». (…)
Ma non poteva bastare… «No. Non potevo segnalarlo per quei video. Però aveva dei parenti a Roma, venne, me lo presentarono. Era sotto Natale, noi avevamo già sospeso gli allenamenti. Banal chiamò il Trastevere, e gli organizzò qualche allenamento con la Juniores. C’era un’amichevole, neppure lo fecero giocare. Entrò un quarto d’ora, fece 3 gol. E Stasio, andato a vedere quella partita, mi chiamò e mi disse che per lui quel ragazzo aveva delle doti. Che gli ricordava Ilicic, anche come movenze. A quel punto chiamai De Sanctis. Alla ripresa degli allenamenti lo portammo con noi: una settimana e decidemmo di tesserarlo».
FONTE: Il Romanista – F. Oddi