Il futuro di Nicolò Zaniolo si tinge nuovamente di giallorosso, ma il riferimento, stavolta, non è ai colori del club capitolino dove ha giocato fino a poche settimane fa, ma a quelli del Galatasaray. Dopo quasi un mese di richieste, rifiuti, ripensamenti, certificati medici e minacce, Zaniolo lascia Roma e la Roma, e lo fa nel modo peggiore. Da idolo della tifoseria e calciatore da coccolare e difendere per il club, Nicolò è passato in poco tempo ad essere considerato un traditore dai tifosi e una risorsa non più utile dalla Roma.
Il gol di Tirana resterà per sempre, certo, ma la storia tra lui e i colori giallorossi non ha avuto certo un lieto fine. Dopo l’ufficialità arrivata in serata, Zaniolo ha voluto salutare così la Roma: «Sono arrivato da te che mi hai accolto come se fossi a casa. Mi hai fatto crescere, mi hai dato una chance. Questo viaggio è fatto di emozioni uniche che custodirò per sempre, come quel 25 maggio dell’anno scorso, quel gol, quella coppa…tutta nostra. È stato un onore».
Tutto sommato, a livello economico, invece, la cessione dell’attaccante in Turchia si è rivelata una buona operazione, considerando le difficoltà e la mancata concorrenza salvo un timido tentativo del Fenerbahce). Nelle casse del club arrivano 16,5 milioni di euro di parte fissa più 13 milioni di bonus legati ad obiettivi individuali e di squadra (metà di questi sono facilmente raggiungibili).
Inoltre, alla Roma spettano 2 milioni di euro garantiti per una cessione sopra i 20 milioni e, in generale, il 20% sull’eccesso del prezzo (rispetto ai 16,5 milioni) nella futura rivendita. Grazie ai buoni rapporti instaurati con il Galatasaray, la Roma ha potuto opzionare avendo la priorità a parità di offerta) due giovani calciatori del club turco: Yusuf Demir attaccante austriaco classe 2003, preso in prestito dal Barcellona due stagioni fa) ed Efe Akman (centrocampista classe 2006, figlio dell’ex bandiera del club Ahyan Akman). Amargine dell’accordo anche la possibilità di giocare un’amichevole in estate, tra Galatasaray e Roma, con incasso da devolvere a favore delle popolazioni terremotate.
«Se Tiago Pinto un giorno va via dalla Roma, ma arrivano soltanto offerte di Bournemouth e Galatasaray, o Tiago Pinto è scarso o qualcosa non va». Così il general manager portoghese ha sentenziato nella consueta conferenza stampa di fine mercato su una delle tante domande riguardanti Zaniolo: una vera e propria bordata. Ma Zaniolo, ovviamente, non è stato l’unico tema dell’incontro di Pinto con la stampa, nel quale sono emersi retroscena di mercato (la conferma di aver trattato Ziyech e il misterioso calciatore bloccato in caso di partenza di Zaniolo) e scenari futuri del club. Una cosa è certa: la Champions League è di vitale importanza per i conti della società.
Lo stesso Pinto ha scherzato sul fatto che avesse ripetuto più volte il termine «paletti», relativo all’accordo con l’Uefa. «Quando parlo del FFP non è che voglio giustificare il mio lavoro, quando andrò via dalla Roma voglio avere la certezza di lasciare la Roma nel miglior modo possibile. Siamo terzi in classifica, ma dobbiamo proseguire su questa strada. Sono fiducioso del lavoro con la Roma e con la UEFA, avremo una squadra competitiva in Champions League e che sceglierà chi vuole prendere, ma ora è così».
Parole chiare e inequivocabili quelle del gm, che assicura come Mourinho sia consapevole e cosciente della situazione, almeno in privato: «È il primo a fare queste considerazioni ed è il primo a dire tutto questo quando volete accendere la conflittualità tra di noi». Sempre a proposito del tecnico, Pinto non nega che ci sia stata la concreta possibilità di perderlo a gennaio, in relazione all’offerta della nazionale portoghese: «Eravamo consapevoli di quello che stava succedendo, ci ha fatto piacere che il mister ha voluto continuare, significa che crede nel progetto».
Sui rinnovi dei due calciatori in scadenza a giugno (Smalling ed El Shaarawy, ndr), infine, l’ex dirigente del Benfica glissa: «Sono due situazioni diverse. Smalling ha diritto fino a maggio di decidere cosa fare, con Stephan decidiamo noi. Stanno facendo bene, abbiamo contatti con l’agente di Chris per continuare insieme, ma penso che tutti capiscono che il mercato sia finito oggi e abbiamo tempo per sistemare le cose, senza dimenticare che la parola è del giocatore».
FONTE: Il Tempo – L. Pes