Gasperini poteva sedere sulla panchina della Roma che alla fine è andata a Fonseca proprio dopo il no del tecnico dell’Atalanta. I due si sfideranno domani a Bergamo in una sorta di (semi) finale per il quarto posto con umori ovviamente diversi. C’è un allenatore, però, che le panchine le ha conosciute entrambe anche se su quella della Roma è potuto stare poco a causa delle gravi condizioni della moglie venuta a mancare nel 2007. Si tratta di Cesare Prandelli, ex ct azzurro e allenatore di successo con Fiorentina, Parma e Verona prima dell’ultima esperienza (lo scorso anno) al Genoa.
Con l’Atalanta è già una sfida da dentro o fuori per la Roma? «Non scherziamo, mancano ancora 14 partite e secondo me il quarto posto se lo giocheranno fino alla fine. Diciamo che è l’occasione per ritrovare le certezze perse nelle ultime settimane».
Ma cosa è successo alla squadra di Fonseca? «Credo sia finito l’effetto sorpresa, nel senso che in molti ora hanno capito il gioco del portoghese. Sono convinto che Fonseca sia un bravo tecnico e saprà risollevarsi. Noto anche un calo fisico da parte di parecchi giocatori oltre al grave infortunio di Zaniolo».
Lei è un allenatore offensivo, non le pare manchi qualche gol? «Dzeko è un giocatore incredibile, per me uno dei più forti in assoluto. Ma gli serve un compagno di reparto all’altezza. Non a caso segnava di più con Salah o Aguero vicino».
Lei è cresciuto come allenatore a Bergamo dove ha anche giocato da calciatore. Si aspettava questo boom da parte dell’Atalanta? «Quella di Gasperini è l’Atalanta più forte di tutti i tempi, un progetto che parte da lontano e che non smette di stupire. E’ una squadra che ha certezze assolute sia a livello tattico che caratteriale. E poi ha ottimi giocatori. Un capolavoro di Gasp».
Eppure Cristante e Mancini, come altri, fuori Bergamo hanno perso certezze… «Se togli giocatori che si trovano perfettamente in un congegno devi stare attento a non snaturarli troppo. Cristante per esempio si trova a giocare in un altro ruolo. Detto questo il giocatore forte deve sapersi adattare ad ogni sistema di gioco».
A Roma, invece, è rimasto solo due mesi. Se un giorno la chiamassero? «Accetterei di corsa, tutti vogliono allenare la Roma. E’ una piazza emozionante, una città bellissima. Nel 2004 la scelta di stare vicino a mia moglie Manuela era la più naturale da fare anche se molti si sorpresero».
Che ne pensa dello sfogo di Petrachi, trova normale che un ds entri in uno spogliatoio durante la partita? «Lo trovo anche positivo se ovviamente è concordato con l’allenatore».
Chi vede favorito per lo scudetto? «La Juve resta la più forte ma Sarri è stato un cambiamento importante e gli va dato tempo. Inter e Lazio possono approfittarne».
FONTE: Leggo – F. Balzani