Una notte per non abbandonare il sogno europeo. La Roma di José Mourinho si gioca gli ottavi di finale di Europa League all’Olimpico, dove sarà chiamata a rimontare la sconfitta subita all’andata in casa del Salisburgo. Il tecnico portoghese è sembrato meno combattivo rispetto alle conferenze che hanno preceduto-
le rimonte europee dello scorso anno. «I ragazzi vorranno vincere l’eliminatoria e non ho dubbi che avremo l’atteggiamento giusto, questa squadra mi sorprende quando non ce l’ha. Con tutte le nostre limitazioni, diamo sempre il massimo e per questo non ho dubbi che chiunque scenderà in campo darà il massimo a prescindere dai problemi fisici. Gli occhi dei ragazzi sono quelli di chi vuole fare bene»
Senza proclami ma con la consapevolezza di poter contare su un gruppo di uomini che darà tutto per passare il turno. Calciatori che dalla loro si aspettano l’inevitabile spinta del pubblico, già sollecitato da Mou domenica dopo il Verona, e al quale ieri ha rinnovato le scuse precisando la sua esternazione: «Siamo abituati a una Curva calda, siamo abituati a una Curva che ci ha dato tanto, se possono giocare con noi aiuta tanto per l’inerzia e l’intensità della squadra».
Glissa, invece, lo Special One sul proprio futuro, quando gli viene chiesto se le parole dell’ad Berardi sulla sua permanenza abbiano o meno fondamento: «Non ho parlato con lui, è una sua ipotesi». A fare eco, alzando i toni, al proprio allenatore ci ha pensato Gianluca Mancini, che ha parlato dopo di lui a Trigoria. «Mi aspetto una guerra come l’andata, dovremo dare tutto e sbloccarla subito per portarsi tutti dietro e vincerla».
Oltre all’importanza del match, il difensore è tornato anche sul tema del pubblico: «L’Olimpico si fa sentire se ti spinge, l’ho sentito anche da avversario. Quando gioco penso a quello che faccio in campo, se ricevo dei fischi o mi viene detto qualcosa non lo sento. Come ha detto il mister, speriamo che lo stadio ci dia una mano e sia quella spinta in più, ma dobbiamo essere in grado di farci spingere».
Un’ammissione di responsabilità condita dalla voglia di accendere lo stadio in una notte europea, come tante volte la Roma ha saputo fare negli ultimi anni. Dell’atmosfera dell’Olimpico ha parlato anche il tecnico del Salisburgo Jaissle, sottolineando l’unicità dell’evento. «Giocare una partita importante è sempre bello, l’atmosfera allo stadiosarà incredibile. Sono contento di dare ai giovani un’esperienza simile». Dubbi di formazione, avversario da rimontare e tifosi da accendere: la missione per i giallorossi è tutt’altro che semplice. Ma l’Europa, da qualche anno, è casa della Roma.
FONTE: Il Tempo – L. Pes