«Il miglior direttore sportivo del mondo». Sulla sponda giallorossa del Tevere questo ingombrante appellativo da molti veniva riservato a Walter Sabatini, che dal peso di un’aspettativa così grande è finito schiacciato. Ora, dopo l’interregno di Massara – che tornerà a fare il «secondo» -, a raccoglierne l’eredità arriva uno che se non è il migliore, di sicuro è nella rosa dei più bravi. Ramon Rodriguez Verdejo detto «Monchi», nato a Cadice 48 anni e mezzo fa, negli ultimi 17 è stato la fortuna del Siviglia. Ex modesto portiere degli andalusi (9 anni e appena 55 presenze), nel 2001, a un anno dal suo ritiro, venne scelto dal club come nuovo ds. Durante il suo mandato Monchi ha garantito plusvalenze per oltre 200 milioni di euro ma ha anche vinto: 2 coppe Uefa, 3 Europa League, 1 Supercoppa europea, 2 coppe del Re e una Supercoppa spagnola. Tra i suoi compiti c’era anche quello di sviluppare il settore giovanile di una squadra che all’epoca era in B, e da lì sono arrivati giocatori che hanno fruttato incassi enormi: Sergio Ramos su tutti, ma anche Reyes, Navas, Capel e Moreno.
Quasi interminabile, invece, la lista dei giocatori comprati a poco e rivenduti a peso d’oro. Il primo, Dani Alves, preso per meno di mezzo milione e ceduto a 30, poi tra i tanti ci sono Julio Baptista (3/17), Poulsen (0/8), Seydou Keita (3,5/12), Caceres (2,5/7,5), Negredo (13,5/22), Medel (2,5/11), Kondogbia (3,5/17,5), Fazio (0,5/8,5), Rakitic (2/15,5), Bacca (6/26), Gameiro (7,5/32), Aleix Vidal (2,5/15) e Krychowiack (5,5/33,5). Il più bravo naturalmente è quello che sbaglia di meno, non quello che non sbaglia mai. E infatti pure Monchi qualcosa l’ha sbagliata: l’ultimo errore grosso è stato Konoplyanka, pagato 20 milioni e attualmente in prestito per ritrovarsi, mentre alcuni degli altri sono arrivati quando ha provato a pescare in Italia: Maresca, Guarente, Konko, Stankevicius, Cigarini, De Sanctis e Immobile, costato circa 14 milioni e rivenduto alla Lazio a meno di 9. Incidenti di percorso che non ne hanno intaccato la reputazione, se è vero che il primo a benedirlo è il suo predecessore: «È un uomo che rispetto e un professionista di grande levatura – ha detto ieri Sabatini –, la Roma ha fatto una scelta straordinaria». In attesa di firmare il contratto (dovrebbe essere un triennale) Monchi si è già confrontato con la dirigenza, a cominciare da quel Franco Baldini che da un po’ è tornato a consigliare Pallotta. In estate ci saranno sia acquisti che cessioni come da tradizione sua e della Roma americana, ma prima c’è da sciogliere il nodo allenatore. Se Spalletti decidesse di non restare, il sogno – PSG permettendo – è quello di ricomporre il binomio vincente con Emery. In ogni caso, probabilmente, la soluzione sarebbe straniera e d’alto profilo: piace anche Pochettino.