Nicolò Zaniolo sta scoprendo adesso la malinconia di chi ha conosciuto l’inferno dei dubbi senza essere ancora approdato dal purgatorio delle speranze al paradiso delle certezze. L’attaccante della Roma – superato il doppio infortunio alle ginocchia – non ha mai affrontato un momento così difficile. Per fortuna il forfeit con la Nazionale dovuto a un acciacco al polpaccio non ha avuto contraccolpi di tipo psicologico, perché la telefonata col c.t. Mancini gli ha confermato tutta la stima che lo staff azzurro nutre nei suoi confronti.
La questione è anche tattica, e da questo punto di vista il feeling con José Mourinho non è scattato ancora del tutto, il tecnico infatti gli chiede un lavoro sulla fascia che lo obblighi a coprire quaranta metri di campo, il che comporta il rischio di appannare Nicolò in fase di rifinitura e di conclusione. E visto che è possibile che il nuovo sistema di gioco visto a Venezia, il 3-4-1-2, possa essere mantenuto anche nelle prossime partite, in questo caso l’utilizzo di Nicolò sarebbe ancora più problematico, perché potrebbe fare o il giocatore a tutta fascia oppure l’attaccante puro in coppia con Abraham.
Tutte posizioni che il ragazzo non sente sue, visto che si troverebbe più a suo agio in un ruolo da attaccante esterno di un 4-3-3. L’impressione, però, è che sia difficile che Mourinho cambi. o Pinto gli ha pronosticato un futuro da Pallone d’oro. Anzi, per stargli vicino gli è stato proposto anche l’ingaggio di un “mental coach” che possa aiutarlo in questo periodo difficile, anche se Nicolò ha detto di non sentirne il bisogno. Intanto Claudio Vigorelli, agente del giocatore, insieme al general manager ha posto le basi per il rinnovo, nonostante la società voglia posporre i rinnovi “non urgenti” a fine stagione.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini