La resa dei conti su Tor di Valle stavolta sembra davvero arrivata. Dopo sette anni di stop & go attorno a un progetto disastrato tra accuse di tangenti e falle progettuali, il Campidoglio è pronto a consegnare la sua bozza di convenzione urbanistica ai privati. I quali, a questo punto, dovranno decidere se firmarla oppure no. In questo secondo scenario, potrebbe prendere corpo la minaccia di una causa al Comune, più volte fatta filtrare dai proponenti, anche di recente.
L’amministrazione capitolina, in ogni caso, ha deciso: dalle carte dell’ipotetico accordo non sarà depennata la parola chiave dello scontro con Pallotta e soci, «contestualità». Significa che per il primo match nel nuovo stadio (con annesso mega-complesso di uffici, negozi e alberghi nei dintorni), dovranno essere pronte e collaudate tutte le opere pubbliche promesse. Dall’unificazione dell’Ostiense-Via del Mare agli svincoli alla ferrovia Roma-Lido, che dovrebbe garantire un treno ogni 3 minuti e mezzo (oggi se va bene c’è una corsa ogni 20 minuti…).
I NODI La «contestualità» ai proponenti piace poco. Perfino loro, evidentemente, non sono sicuri che tutte le opere saranno davvero pronte per l’apertura delle tribune. Il motivo dell’incertezza – hanno detto nelle riunioni in Comune – è che parte degli interventi sarà realizzato (e finanziato) dal lato pubblico. A cominciare proprio dal rilancio della Roma-Lido, che oggi è una delle tratte più malconce d’Italia, secondo le classifiche di Pendolaria. A inizio agosto, la Regione Lazio, in un parere spedito alla Eurnova di Parnasi e alla società di James Pallotta che segue il progetto stadio, ha però ribadito che non può essere aggirata la «contestualità» tra l’apertura dell’impianto e le infrastrutture fondamentali per limitare gli ingorghi.
«Non è condivisibile», ha scritto la Regione, «l’affermazione del soggetto proponente» quando ha ipotizzato che gli unici interventi da realizzare «contestualmente» allo stadio siano quelli gestiti direttamente dai privati. Perché vanno comunque considerati «gli interessi pubblici». Insomma, la viabilità non può andare «in crisi». Ecco perché le prescrizioni fissate dalla Conferenza dei servizi a dicembre 2017 vanno rispettate tutte. Come il potenziamento della ferrovia urbana, con l’obiettivo di «16 treni l’ora». Non si scappa.
I TEMPI Un assist per il Campidoglio. Ecco perché dopo mesi di trattative, spesso ruvide, il Dipartimento dell’Urbanista ha praticamente chiuso la sua istruttoria. Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima, la bozza di convenzione sarà messa nero su bianco e inviata via pec ai privati. Spetterà a loro decidere se andare avanti alle condizioni del Comune oppure fare marcia indietro, magari dirottando l’interesse su Fiumicino. Il «piano B» che potrebbe diventare piano A.
FONTE: Il Messaggero – L. De Cicco