Il rilancio nella partita che, per giocare, pagherebbe di tasca sua. Quando Juan Jesus ha salutato l’Inter, si è lasciato bene con la società nerazzurra, meno con i tifosi, che sul web hanno festeggiato la sua cessione quasi come fosse un nuovo acquisto. Il difensore, che con i suoi ex sostenitori ha sempre avuto un rapporto contrastante, c’è rimasto male, così come c’è rimasto male per gli insulti che piovuti nelle scorse settimane, soprattutto dopo il pareggio di Pilsen in Europa League, che lo hanno addirittura costretto a chiudere i commenti su Instagram e a cancellare i messaggi non proprio amichevoli. In campionato non gioca dall’inizio dalla partita dell’11 settembre contro la Samp, stasera potrebbe arrivare una nuova occasione, che sia quella giusta?
TALENTO D’altronde, arrivato in Italia con la fama di nuovo Lucio, Juan Jesus in Brasile era considerato uno dei talenti più puri della sua generazione. All’Inter ha giocato parecchio, 142 partite, ma sia da centrale sia da terzino non è mai riuscito a lasciare un segno. Da gennaio 2012 a giugno 2016, nella scorsa stagione ha lasciato il posto alla coppia Miranda-Murillo e, complice un rapporto non proprio idilliaco con Mancini, ha disputato appena 23 partite. Con la Roma è l’uomo di Coppa – neanche un minuto saltato tra Europa League e preliminari di Champions –, mentre in campionato le cose sono andate decisamente peggio. Un quarto d’ora all’esordio contro l’Udinese come terzino sinistro, 90’ contro la Samp da centrale, una ventina di minuti scarsi contro il Crotone sempre al centro, al posto di Manolas. Stasera, considerando che il greco e Fazio stanno trovando un discreto affiatamento, si candida per giocare di nuovo sulla fascia. Se poi il tecnico, dall’inizio o a partita in corso, dovesse decidere di utilizzare la difesa a 3, la sua presenza sarebbe ancora più necessaria.
RISCATTO E FIDUCIA Detto che la Roma, dopo il prestito da 2 milioni, deve versarne altre 8 ai nerazzurri per il riscatto, Juan Jesus in queste settimane ha sistemato i problemi alla caviglia e sembra anche aver ritrovato un po’ di fiducia. Le 110 presenze in campionato con l’Inter non dovrebbero fargli tremare le gambe, e lo stesso succederà con i tifosi della Roma, che contro il Crotone lo hanno prima fischiato e poi, spinti dalla parte laterale della curva Sud, lo hanno incitato, intonando anche dei cori per lui. Magari ironici, visto il nome («Alleluja» su tutti), ma l’intento era nobile, e cioè sostenere un ragazzo che, nei comportamenti e a parole, in questi primi mesi romani è stato ineccepibile.
QUEL MESSAGGIO Il rendimento in campo, però, è un’altra cosa, e allora vanno bene i cori, va bene la fiducia, vanno bene i problemi fisici (reali) con cui ha dovuto convivere, ma adesso la delusione deve trasformarsi in giocate e solidità. Magari approfittando anche del fatto che adesso i tifosi, dopo i bellissimi auguri per il compleanno di Totti («un po’ romano, un po’ brasiliano, un po’ di tutti, il capitano della gente»), lo sentono un po’ più vicino.