Da Manchester a Istanbul. Tre ore di volo o giù di lì per Jozo Palac, il mediatore a cui la Roma aveva dato il mandato di riportare a Roma Chris Smalling. Fumata nera, l’ennesima per una trattativa che, aggiustati e mettiti bene, sta andando avanti da quasi un anno. E allora caro Jozo perché non proviamo a prendere Marcao, il brasiliano del Galatasaray, che è disposto a cederlo? In sostanza, in quelle tre ore di volo, c’è un addio quasi definitivo a Smalling che pure fino a oggi ha aspettato che la Roma desse corpo alle ambizioni del giocatore di tornare a Trigoria. Ambizioni che, certo non per colpa di Chris, per ora sono rimaste nel cassetto.
Il Manchester United è tornato a chiedere venti milioni di euro, la Roma, almeno fino a ieri sera, non ha formalizzato neppure una nuova offerta per provare a tenere viva la trattativa con i discepoli di sir Alex Ferguson. Ciao Chris, rimarrai comunque nel nostro cuore. Non solo per quello che ci hai fatto vedere in campo, ma anche, se non soprattutto, per la correttezza che hai dimostrato in queste settimane nonostante le lusinghe di molti altri club, forte di una voglia di Roma che è roba rara nel mercenario mondo del calcio del terzo millennio.
Di certo non sarà contento Paulo Fonseca, che in tutte le maniere aveva fatto capire di voler continuare a lavorare con il difensore inglese, avendolo individuato come l’ideale leader della difesa baby o quasi che ha a disposizione in questo momento. Ma il portoghese per quanto ancora sarà l’allenatore della Roma? La domanda è più che legittimata dal prolungato e rumoroso silenzio con cui il club giallorosso sta (non) affrontando le sempre più fitte e circostanziate voci che vogliono Max Allegri, che ha una grande voglia di tornare ad allenare, sulla nostra panchina. Non c’è stato neppure l’abbozzo di una smentita da parte della Roma e questa, per come la vediamo noi, è una sentenza e il primo a saperlo probabilmente è proprio Paulo Fonseca. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri