Il difetto di mira è un problema per la Roma, si porta dietro ormai da almeno un biennio. Cambiano gli interpreti (da Dzeko a Abraham), i moduli (3-4-1-2 al 4-2-3-1) e i tecnici ma non una costante che vede i giallorossi primi nella classifica dei tiri (in stagione 222 complessivi, inclusi quelli ribattuti) ma soltanto nelle posizioni di retroguardia per i gol segnati. i. Con Fonseca lo scorso anno la squadra chiuse al sesto posto (68 centri in 38 gare: media 1,78). Ora con Mourinho è settima: 21 reti (media 1,75).
Attualmente la Roma ha centrato la porta avversaria 65 volte ma ha calciato fuori in 89 casi. Prima quindi in serie A per conclusioni effettuate. Ma non finisce qui. Perché nonostante in classifica Mourinho sia scivolato al sesto posto, la sua squadra continua ad essere prima in quasi tutte le statistiche della Lega di Serie A relative alla produzione offensiva. Ad esempio, la Roma è seconda nei cross effettuati, dietro Empoli (190) e Fiorentina (182). Tuttavia Karsdorp e Vina spesso si fanno desiderare sotto l’aspetto del numero dei passaggi riusciti. I 90 cross sbagliati sui 170 complessivi non saranno tutti loro ma basta tornare al ko in laguna per ricordare almeno 6-7 parabole dell’olandese poco calibrate.
Quello che sorprende, invece, sono i pochi gol arrivati sinora dai corner. Mou ha leggermente modificato il modo di usufruire dei calci d’angolo. Prima si cercava il blocco in mezzo all’area per liberare il designato a colpire. Ora spesso si cerca di allungare il pallone sul secondo palo, dove è posizionato Zaniolo.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina