I gol della Roma sono spesso frutto di una ricerca, di un lavoro fatto sul campo, di schemi preparati a Trigoria. Spalletti lavora molto sull’addestramento tattico della squadra e prova spesso situazioni nuove. Ma c’è un’attenzione particolare nel creare occasioni da gol con il giocatore che si inserisce in area in profondità e il lancio in verticale che arriva spesso da linee centrali. E’ quella che Spalletti ama definire: «andiamo a scoprire cosa c’è al di là della linea difensiva». Martedì la Roma ha segnato due gol che hanno questa caratteristica. Il terzo di Nainggolan, che comunque è nato da una ripartenza, ma soprattutto il primo di Dzeko. Una ricerca, quella della Roma, di mettere in difficoltà gli avversari con l’inserimento oltre al limite dell’area per ritrovarsi subito in porta. Un attaccante bravissimo a cercare la profondità è Dzeko e lo ha dimostrato con il gol che ha sbloccato la partita contro la Fiorentina. Un altro bravo a cercare la profondità è El Shaarawy, soprattutto se non trova lo spazio occupato centralmente, per questo era più a suo agio nella scorsa stagione, con Perotti falso nueve. L’argentino invece cerca più la profondità con la palla al piede, e poi si accentra poco, sempre però con il pallone. Salah è un altro attaccante che cerca la profondità. Dzeko fa molto bene quel movimento che gli chiede Spalletti. Martedì ha funzionato contro una squadra che ha la linea difensiva alta e che la Roma ha schiacciato nella zona centrale. Ma la squadra giallorossa ha giocato una partita perfetta in tutti i reparti. Per esempio, Rüdiger è andato a prendere Bernardeschi trenta metri dentro la metà campo della Fiorentina.
DZEKO LA CHIAVE – C’è un addestramento particolare nel cercare gol come quello di Dzeko, è uno dei tanti schemi, uno di quelli che Spalletti preferisce. Dipende però dalle caratteristiche dell’avversario, a volte ci sono squadre contro le quali è necessario spezzare la linea difensiva: un giocatore esce dall’area per portare via un difensore e fa inserire un compagno nello spazio. Dzeko è bravo a fare anche questi movimenti. E’ abile a preparare l’azione, a smarcarsi, illudendo il difensore di andare da una parte per poi scegliere l’altra. Nella preparazione di quel gol contro la Fiorentina c’è stato il contributo determinante di De Rossi, che non era pressato dagli avversari e ha avuto tutto il tempo di guardare la palla e il compagno. L’azione era stata preparata bene con il giro palla che aveva permesso al capitano di liberarsi nella zona centrale. Nell’attuare certi schemi conta molto il contributo di Nainggolan, bravissimo a creare l’effetto sorpresa. Aiuta il centrocampo e poi si inserisce. Ha fatto anche lui gol con questo sistema di gioco. A Udine, su assist di Strootman, oltre a martedì. Dzeko può fare gol in tutte le maniere, sa giocare sulla sponda, ma è l’attaccante che sa interpretare meglio questo schema. Sui dieci gol realizzati con questa giocata, sette portano la firma del centravanti. Ma il bosniaco offre anche un prezioso apporto nella costruzione della manovra, sa aiutare la squadra con la sua fisicità, non solo sulle palle alte, sa giocare da rifinitore di destro e di sinistro.
ALTRI SCHEMI – Spalletti ha anche altre soluzioni per andare in gol. Con Perotti sfrutta le situazioni nell’uno contro uno, i due esterni difensivi spingono entrambi e a volte uno crossa e l’altro chiude. Nelle ultime partite però la Roma sta giocando di più sulla rinconquista nei duelli a metà campo. Adesso c’è una ricerca nell’organizzazione del reparto, con i centrocampisti che devono seguire l’avversario quasi a uomo. In questo Spalletti ha seguito un po’ la filosofia di Gasperini e Juric. Conquistare palla, creare il break e ripartire. E’ un’altra delle armi della Roma.