Secondo molti addetti ai lavori Luciano Spalletti è un grande esperto di tattica. Riesce a far giocare bene le sue squadre, una volta che i giocatori hanno assimilato i suoi insegnamenti. Dall’inizio di questa stagione il tecnico ha cambiato un po’ la Roma dal punto di vista tattico. L’inserimento di Dzeko ha comportato una nuova impostazione e i risultati non sono stati finora esaltanti. Ma l’allenatore toscano ha molte soluzioni. Almeno quattro moduli, da poter cambiare anche a partita in corso. Qualcosa dovrà rivedere anche in vista della ripresa del campionato domenica, contro la Samp all’Olimpico, considerata l’assenza di De Rossi e, in questa circostanza, vista l’emergenza, Florenzi potrebbe anche restare in difesa. Comincia un tour de force per la squadra giallorossa che la porterà a giocare sette partite in tre settimane, tra campionato ed Europa League. Si comincia domenica contro la Samp, quattro giorni dopo l’esordio in Europa League, in Repubblica Ceca, contro il Viktoria Plzen. Domenica 18 subito una grande sfida contro la Fiorentina al Franchi. Il mercoledì successivo, il 21, il primo dei tre turni infrasettimanali di questo campionato, contro il Crotone all’Olimpico. Domenica 25 trasferta a Torino contro i granata di Mihajlovic, quindi due partite casalinghe: giovedì 29 contro l’Astra Giurgiu e il posticipo di domenica 2 ottobre contro l’Inter.
I MODULI – Spalletti conta di ritrovare la facilità di andare in gol dello scorso campionato. Quella che permise di rimontare dal quinto al terzo posto e di mettere paura al Napoli, finito secondo al filo di lana. Nello scorso campionato il tecnico toscano era partito con la difesa a tre, ma poi aveva trovato continuità di risultati con il 4-3-3, affinato dal derby in poi con il 4-2-4, con l’avanzamento di Nainggolan sulla linea dei centrocampisti. La difesa a tre, provata raramente durante il precampionato, finora è stata adottata solo qualche volta a partita in corsa. Ma i quattro del reparto arretrato diventano facilmente tre, con uno dei due esterni che resta più bloccato.
TRASFORMISTA – Spalletti è tornato a Roma forte dell’esperienza in Russia con lo Zenit San Pietroburgo. Lì aveva vinto scudetti con il 4-2-3- 1, modulo con il quale vestì la sua Roma più bella nella prima esperienza nella Capitale. Non si discostò mai da quel modo di giocare, dopo averlo lanciato in occasione di una partita di Genova contro la Samp, con Totti centravanti e Perrotta inventato trequartista. In questa nuova esperienza romana invece Spalletti si è dimostrato molto più versatile e trasformista, cambiando almeno quattro volte modulo in base alla disponibilità dei suoi giocatori e alle caratteristiche dell’avversario. Il modulo più utilizzato è il 4-3-3, poi il 4-2-3-1, con il 4-2-4 che esalta la sua filosofia di calcio e che resta legato alle migliori partite della Roma dello scorso campionato. Questo modulo, che non prevede punte vere, consente di sfruttare la grande duttilità dei giocatori offensivi di cui dispone Spalletti.
IL RUOLO DI NAINGGOLAN – Tra le novità introdotte da Spalletti l’avanzamento di Nainggolan nel ruolo di trequartista, per sfruttare le sue capacità di “buttarsi” dentro l’area e l’utilizzo di Perotti nella posizione di falso nueve, un po’ quello che era Totti nella sua prima Roma. Con l’argentino, Salah ed El Shaarawy si accentrano spesso alla ricerca del gol. Il tecnico toscano ha previsto anche la versione più offensiva del 4-3-3, con Dzeko centravanti. La Roma ha tante soluzioni e tutte quelle che abbiamo analizzato non prevedono l’utilizzo di De Rossi, infortunato in Nazionale e quindi out per quindici, venti giorni e squalificato per tre turni in Europa League. Ma quando il centrocampista azzurro sarà disponibile un posto sarà suo. E sarà sempre un elemento equilibratore nella Roma di Spalletti, perché si abbassa spesso aggiungendosi ai due difensori centrali.