Niente miracoli, perché a tutto c’è un limite: anche all’euforia scomposta di qualche tifoso-scommettitore che aveva puntato sull’impossibile. Ma almeno la Roma esce dall’Olimpico a testa alta e senza un’altra sconfitta e a un certo punto poteva anche succedere l’impossibile. I bookmaker invece incassano sereni il passaggio del turno del Manchester United che si era già qualificato di fatto dopo la gara d’andata con quel 6-2 che non ha dato possibilità di replica ai giallorossi nonostante un’ottima partita.
Ma la gara giocata ieri all’Olimpico dalla squadra di Fonseca non fa che aumentare l’amarezza per quello che poteva essere e non è stato. Perché la Roma, seppur devastata da nove assenze pesantissime (diventate undici nel corso della gara con gli stop anche di Smalling e Bruno Peres: dentro quasi subito il primavera Darboe), entra in campo col piglio giusto e prova almeno a giocarla. Parte forte, crea quattro occasioni vere da gol prima di incassare il puntuale sigillo di Cavani. Ma resta lì, non molla, continua a giocare e nella ripresa e ha un quarto d’ora che poteva cambiare tutto: pareggia con Dzeko al 56°, poi dopo quattro minuti Cristante la porta sul 2-1.
E non è finita perché nell’arco di due minuti De Gea è costretto a salvare clamorosamente due volte la sua porta (aiutato da non poca fortuna) sulle botte da distanza ravvicinata di Dzeko e Pedro: niente da fare porta stregata. E proprio mentre sta mostrando il meglio di sé la Roma si allunga e incassa il gol del pareggio dal solito Cavani. Sì, ancora lui, proprio quello che del quale qualcuno (ben noto nella Capitale) anni fa disse: «Me posso presentà a Roma co’ Cavani…». Fa quattro gol in due gare a quella che poteva essere a sua squadra: ma questa è un’altra storia. Nel finale nuove emozioni con l’ingresso di un altro Primavera di grande prospetto: Zalewski sigla all’esordio il gol del 3-2 che cancella almeno l’onta di un’altra sconfitta.
Perché va bene l’euforia che regna nella Capitale per l’imminente arrivo di Mourinho, ma il bilancio complessivo è inesorabile: fa 5-8 (nel doppio confronto) tra i giallorossi e gli inglesi di Solskjear che guadagnano sul campo il diritto di sfidare il Villarreal nell’ultimo atto dell’Europa League in programma il 26 maggio al Gdansk Stadium di Danzica. Ma dopo quanto visto ieri sera il commento è inevitabile: che peccato!
Finisce qua, anche l’ultima italiana lascia l’Europa e adesso dovrà provare a restarci nel prossimo anno aggrappata ormai solo alla nuova Conference League. Per farlo la aspetta un finale di campionato che si prospetta tutt’altro che semplice. Fonseca per tornare a casa a testa alta dovrà ripartire da quanto di buono visto, tra i quali diversi giovani davvero molto interessanti: quattro partite per dimostrare che non è stata solo colpa sua.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini