Il discrimine fra luogo comune e verità acclarata, a volte, è più sottile di quello che si possa credere. Perciò, nei giorni che contano – quando la linea d’ombra è difficile da individuare – ci si aggrappa alle certezze che si ereditano. Così, alla vigilia della finale di Europa League, nel ventre della sala stampa di Budapest, rimbomba uno dei mantra dello sport a tutte le latitudini: vincere aiuta a vincere. In questo senso, nonostante anche il Siviglia annoveri vincenti di caratura internazionale, la Roma non è messa affatto male. Anzi. Senza neppure voler considerare il successo di un anno fa in Conference League, che accomuna gran parte della rosa giallorossa, sono tanti i calciatori a disposizione di José Mourinho che in passato hanno alzato dei trofei sia a livello europeo che mondiale.
Ma sulla scia di Mourinho c’è anche un altro che potrebbe centrare un proprio “triplete” personale: Tammy Abraham. Il centravanti inglese, infatti, ha già vinto una Champions e una Conference (oltre a una Supercoppa Europea), perciò se stasera arrivasse anche l’Europa League, centrerebbe un filotto per certi versi storico. «Ho già giocato diverse finali e non ho mai avuto paura – ha affermato -. Dobbiamo essere positivi e dare del nostro massimo per farcela. Sono fiducioso. Arrivare alla seconda finale europea consecutiva sembrava un sogno e ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo chiudere il discorso».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini