Comincio dalle notizie meno buone che peraltro notizie non sono, non più. Questa Roma ha verosimilmente dieci giorni di vita. A meno che non riesca a eliminare il Porto, prolungando la stagione fino a metà marzo e poi – con uno slancio di insano ottimismo – a metà aprile, e a maggio, e a Bilbao, e sarebbe un autentico miracolo di Ranieri che ai miracoli è abbonato.
Perché la Roma è fuori dalla corsa Champions e dalla Coppa Italia ed è distante anni luce anche da un posto nella prossima Europa League. Errori e responsabilità di società, tecnici e giocatori li abbiamo elencati per mesi. Non è più tempo di processoni e processini ormai. Meglio guardare avanti.
Oddio, meglio: se dovesse uscire dalla EL la sera del 20 febbraio – dicevo – alla Roma resterebbero dodici partite e un derby per tentare di accedere alla Conference: e non posso trascurare il fatto che tra le avversarie da affrontare figurino ancora Juve, Fiorentina e Milan all’Olimpico e Inter e Atalanta fuori.
Tre punti di Venezia a parte, la Roma ha pochissime certezze, un gioco che riduce le accensioni all’intraprendenza di Angeliño, alla qualità di Dybala, alle giornate felici di Saelemaekers e alle palle inattive, e scarso peso politico: se non sbaglio, da mesi la figura più alta a Trigoria è l’avvocato Vitali, il dopo-Lina.
Non è tutto. Pellegrini è diventato un capitano non giocatore ed è pazzesco che il secondo per tecnica della squadra si sia (o l’abbiano) ridotto così. A volte sospetto che il club lo stia invitando a pensarsi altrove da giugno: ma sono nato malizioso. Forza, Lorenzo.
Capitolo (breve) sugli acquisti di gennaio. Nelsson non lo considero un rinforzo; non conosco il Feroce Saladino; e, per quel che ne so e mi hanno raccontato, Gourna-Douath è solo un surrogato di Koné.
Il gol di Shomurodov all’Eintracht, poi, è stata a mio avviso una iattura poiché, all’ultimo, ha indotto la società a non cercare un altro centravanti di livello. Anche in prestito, perché no… (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni