Oltre dieci mesi. Trecentoquattordici giorni per l’esattezza. Una vita per un calciatore. Quella di Nicolò Zaniolo dev’essere trascorsa lentissima fino all’inizio di questo ritiro, quando ha finalmente potuto riassaporare il ritorno in gruppo dopo l’infinita degenza successiva all’ultimo infortunio. Un rientro a lungo agognato, come certificato dal lungo accompagnamento social del ragazzo a tutta la rieducazione fisica. Fra la smania di voler essere di nuovo in campo e la prudenza di chi lo ha seguito e non ha voluto rischiare nulla, anche a costo di non fargli vedere il campo per una stagione intera.
Il numero 22 ha compiuto 22 anni poco più di una settimana fa (il 2 luglio), ma almeno uno di questi non lo ha vissuto da calciatore, senza contare gli oltre cinque mesi fuori dopo il primo gravissimo infortunio del gennaio 2020. Adesso finalmente il peggio sembra alle spalle, anche grazie all’ausilio del professor Fink, che dal momento dall’intervento chirurgico fino ai primi di luglio (quando lo ha visitato per l’ultima volta nella Capitale) ha seguito le evoluzioni di Nicolò passo dopo passo. La palla è già passata a José Mourinho, la cui prima esperienza sulla panchina della Roma potrà essere arricchita dal ritorno del più fulgido talento dell’ultima generazione. Allo Special One toccherà rimetterlo in campo, forse anche frenare l’impazienza del giocatore, e gestirne il graduale avvicinamento alla forma migliore. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore