Senza italiani o quasi, senza spettatori o quasi. Chi si fosse affezionato alla formula degli ultimi anni può stare tranquillo, l’estate non ha stravolto la serie A. La Roma offre la speranza però di non doversi rassegnare a un epilogo scontato. Dopo l’estate che ha preventivamente incoronato la Juventus – regina del mercato con gli “scippi” di Pjanic e Higuain a colpi di clausole – serviva un segnale dalle antagoniste. Spalletti contro l’Udinese ha provato a dimostrare che qualcosa da dire nelle prossime 37 giornate la sua squadra la avrà: non soltanto per i 4 gol con cui ha sepolto nella ripresa un’Udinese ancora embrionale. Ma per la capacità di risparmiarsi (5 cambi rispetto a Porto) senza rischiare e di far male quando di tempo da perdere non ce ne è più. Pazienza allora se Dzeko e Salah ci mettono un’ora a smaltire i 32 gradi della città, torrida e svuotata dalle vacanze dei romani. “Deromanizzata”, quasi per analogia, è pure la prima Roma di campionato. Il capitano lo fa Strootman e la scuderia di giocatori home made resta a guardare: Totti e De Rossi in panca, Florenzi tradito dal polpaccio a casa sua. L’unico italiano tra i 22 in campo è El Shaarawy, anche perché il contributo dell’Udinese alla causa azzurra è storicamente trascurabile: persino la maglia di Di Natale va a finire sulle spalle di un argentino di 22 anni, De Paul, forse l’immagine migliore del primo tempo.
Quando di “olimpico”, più che lo stadio, ci sono i ritmi da spiaggia di Rio de Janeiro. Ma il caldo può dare allucinazioni, e la Roma pigra e imbolsita resta negli spogliatoi. Salah smette di fare la mummia, Dzeko fa Dzeko e nella capitale è una novità. Perotti entra per El Shaarawy, faraone che il caldo ha trasformato in sfinge, e stravolge la partita. Soprattutto butta dentro i due rigori che Di Bello non può far finta di non vedere (più distratto nel primo tempo quando Emerson aveva agganciato Widmer in area romanista). Cosi, dopo aver sonnecchiato per un’oretta, ritrovarsi avanti di due gol in 10 minuti dà slancio alla squadra, che dimentica il turnover, l’assetto senza più Pjanic e il pensiero della partita di martedì, una cosuccia che vale già un terzo del fatturato aziendale. E dilaga, segna due volte in 3 minuti persino con Dzeko: Nainggolan gli consente di appoggiare senza fare sforzi prendendosi in cambio un bacio, prima del poker di Salah. Più resistenti della difesa dell’Udinese sono le nuove misure di sicurezza all’Olimpico: polizia a cavallo, scanner del volto, area “no parking” per 2 km intorno allo stadio. Dalle prossime magari gli italiani in campo torneranno: rivedere i tifosi sarà dura.