È solo l’11° turno, ma questo weekend può già incidere sulla corsa per il titolo. Stasera a Firenze, nell’albergo in riva all’Arno, Spalletti e i suoi giocatori si piazzeranno davanti alla tv e saranno spettatori interessati del big match allo Stadium. Ma, prima di conoscere come andrà a finire la sfida di Torino tra la Juve e il Napoli, si accomoderanno in poltrona con la certezza che qualsiasi risultato sarà comunque favorevole alla Roma seconda (può accorciare sulla capolista o allungare sulla terza). A una condizione: conquistare, domani pomeriggio a Empoli, il 5° successo consecutivo in campionato. «Pensiamo alle nostre partite e non a quelle degli altri». Lo ha detto Dzeko, cioè il capocannoniere del torneo che, con 10 gol in 10 gare (e 5 nelle ultime 4), ha trascinato i compagni nell’entusiasmante rincorsa. Il centravanti è stato chiaro nella pancia del Mapei Stadium. E, sempre in pubblico, si sono allineati Fazio ed El Shaarawy che, partendo dalla panchina, hanno incassato in tempi diversi la fiducia dell’allenatore che li promossi titolari. Anche loro hanno partecipato da protagonisti alla risalita in classifica. Le novità nella formazione di partenza, ultima quella di Emerson, hanno contribuito ad avvicinarsi alla vetta che da domenica scorsa è a soli 2 punti.
NESSUNA TABELLA Il calendario, almeno fino al derby del 4 dicembre, non prevede altri scontri diretti. Che la Roma, per la verità, ha finora sfruttato alla grande. La striscia positiva è partita il 2 ottobre battendo l’Inter all’Olimpico ed è proseguita vincendo al San Paolo contro il Napoli. Doppio sorpasso che ha rilanciato i giallorossi. Spalletti, però, è stato chiaro con il suo gruppo: non esistono partite facili e anzi quelle ritenute semplici spesso possono diventare le più pericolose. «Pensiamo a noi stessi». Lo ripetono i giocatori, nelle interviste post gara, perché così chiede l’allenatore. Per evitare i cali di concentrazione che la squadra ha già pagato soprattutto in Europa (già 3 rimonte in 5 partite). E senza mettere giù un piano da qui al 17 dicembre, quando sarà in programma la visita alla Juve. La tappa di domenica a Empoli, in questo senso, diventa fondamentale. Per la continuità dei risultati. E perché, in questa fase cruciale della stagione, il gruppo deve recitare e comportarsi da grande. Soprattutto contro le piccole o comunque contro le formazioni meno attrezzate. Per non rimpiangere altri punti buttati al vento, ricordandosi le sbandate autolesionistiche delle stagioni passate.
PROPOSTA RIFIUTATA Domani è una data particolare per De Rossi. Il 30 ottobre del 2001 giocò la sua prima gara ufficiale con la maglia della Roma. Debuttò a 18 anni In Champions, all’Olimpico, contro l’Anderlecht, entrando in campo al posto di Tomic. Festeggerà, dunque, i suoi 15 anni in giallorosso. Ma con il contratto in scadenza, proprio come Totti, l’altro capitano che però sarà in panchina. Daniele ancora non ha deciso dove giocherà la prossima stagione. Di sicuro ha respinto la proposta che la Juve ha fatto al suo procuratore. Lo chiamano a Torino i senatori, cioè i suoi compagni in azzurro Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, con i quali c’è amicizia e stima da sempre. Tant’è vero che questo non è il primo tentativo fatto dalla società bianconera per convincere il centrocampista di Ostia. Già negli anni scorsi c’è stata la possibilità di mettere in piedi il trasferimento. Lo confermò anche l’interessato, senza scendere nei particolari, ma facendo capire di aver rifiutato l’offerta di qualche big perché poco convinto di lasciare Trigoria. Adesso la situazione contrattuale è diversa. Essendo libero, la decisione è solo sua. Ma ha nuovamente detto no. La priorità è restare qui, l’alternativa rimane l’esperienza negli Usa. «Non è però il momento di parlare del mio futuro» ha chiarito pochi giorni fa.