Tutto in dieci giorni. Perché c’è bisogno di immediata liquidità nelle casse della Roma. Perché non si può davvero perdere tempo. Perché c’è la necessità, nel più breve tempo possibile, di creare una nuova struttura societaria a cominciare dal management tecnico. Perché la famiglia Friedkin non vede l’ora di tuffarsi in questa avventura, «nella famiglia Roma», come hanno certificato nelle poche righe date per ora alle stampe, e questa è una cosa che non può che farci piacere.
E allora si va di fretta, avendo come obiettivo quello di un closing da santificare entro il prossimo diciassette agosto. È anche in questo senso che va interpretato il comunicato (è probabile che nei prossimi giorni ce ne siano diversi altri) che ieri mattina è stato ufficializzato, firmato da venditore e compratore, in cui sono stati forniti alcuni dettagli più specifici sui numeri di un’operazione complessiva da cinquecentonovantuno milioni di euro tutto compreso. Vediamoli.
Tutte le società che compongono la Roma hanno avuto una valutazione complessiva di poco meno di settantadue milioni, sessantrè e spicci per la società principale (che detiene l’86,6% dell’intero pacchetto azionario del club giallorosso), otto e spicci per tutte le altre partecipazioni societarie. Sedici milioni poi sono stati pagati diciamo per il progetto stadio, una voce che per Pallotta e soci ha voluto dire una perdita secca di quasi settanta milioni visto che nell’infinita telenovela per la costruzione dell’impianto di Tor di Valle fin qui sono stati spesi oltre ottanta milioni.
A completare il pagamento cash che finirà nel portafoglio dell’ormai ex proprietario e dei suoi soci che hanno voluto fortemente la cessione, ci saranno poco più di centoundici milioni dovuti come rimborso dei non pochi finanziamenti soci che sono stati fatti negli anni passati, anche se da queste parti in molti hanno continuato a definirli straccioni. Il totale fa circa centonovantanove milioni.
A cui, ovviamente, vanno aggiunti i circa trecento milioni di debito che saranno ereditati dalla nuova proprietà per un totale di circa cinquecento milioni. I novantuno che mancano a tutto il cuccuzzaro costituiranno invece il previsto aumento di capitale. E di questo una buona parte, sessantré milioni, sarà fatto in tempi brevissimi (entro il diciassette) perché c’è la necessità di liquidità nelle casse per l’attività ordinaria, pensiamo per esempio ai prossimi stipendi che dovranno essere corrisposti ai giocatori. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri