Sarà soltanto il campo a dare una risposta a questo mercato della Roma. Difficilmente decifrabile. Si è partiti con un’idea tattica (4-3-3) per poi rendersi conto che forse, con la permanenza di Dybala era poco attuabile. Riducendosi all’ultimo giorno di mercato alla disperata ricerca di un’ala, una mezzala box to box e un difensore, dopo il sorprendente stop all’acquisto di Danso. Trattative andate avanti fino alla mezzanotte, gong di una finestra di mercato che andrà rivista per tempi e modi.
I Friedkin hanno investito oltre 120 milioni e nelle ultime ore hanno calato il duo Saelemaekers e Koné. Aspettando di conoscere chi, all’ultimo giro di lancetta, avrebbe avuto la meglio come nuovo difensore al posto di Danso.
La sensazione del bicchiere mezzo pieno la regala soprattutto l’arrivo di Koné. Il francese è sbarcato ieri e mentre Ghisolfi completava l’operazione con il Borussia Monchegladbach (18 di parte fissa e 2 di bonus) ha sostenuto le visite mediche e ha firmato il quinquennale da 3 milioni a stagione, compresi bonus. A 23 anni, appena entrato nelle convocazioni di Deschamps, Koné è la mezzala dinamica ma dotata di fisicità che la Roma andava cercando da tempo, dopo l’ultimo flop con Renato Sanches.
Ma chi è Koné? È un calciatore dinamico, tecnico, bravo nel dribbling (2,1 sono quelli riusciti per partita lo scorso anno, secondo miglior dato tra i centrocampisti in Bundesliga) che non disdegna il tiro da fuori. Si fa notare anche in fase di non possesso: 7,9 duelli vinti (58%) e 6,4 palloni recuperati di media a partita nel 2023-24. È un investimento importante, per età, valore e qualità.
Come lo era quello di Danso. I problemi nati per il difensore del Lens, hanno spinto Ghisolfi a tornare su Badé. Alla fine il Siviglia ha detto no. La Roma ha provato fino a mezzanotte con un nome a sorpresa, avendo come carta di riserva lo svincolato Hummels. Menzione d’obbligo va però a Djaló. Il mercato è finalmente finito. De Rossi ha la sua rosa. La rincorsa può aver inizio, già do mani in casa della lanciatissima Juventus.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina