Fra numeri e percezioni, a volte, può esserci una forbice importante, che rischia di inquinare i giudizi. Entrambe le analisi, infatti, sono in grado di essere vere e false nello stesso momento, confondendo i bilanci complessivi che ciascun club è chiamato a fare a fine stagione.
Pensiamo alla Roma di Mourinho e a quella di Fonseca. Grazie alla straordinaria mediaticità dello Special One, sembrava quasi che le due squadre in comune avessero solo la nazionalità dell’allenatore in panchina, mentre tutto il resto fosse diverso, cambiato, in meglio naturalmente. Invece, al termine della ottava giornata di campionato, si scopre un po’ a sorpresa che la Roma della scorsa stagione aveva 2 punti in più rispetto a quella attuale e anche una migliore differenza reti (8 contro 7). Non basta. In realtà i punti di differenza sarebbero stati 3, visto che la squadra di Fonseca aveva pareggiato a Verona la prima giornata, mentre il giudice sportivo l’aveva “condannata” alla sconfitta a tavolino per 3-0 a causa del peccato (reale ma veniale) dell’inserimento di Diawara in una lista sbagliata.
Le due squadre sono molto simili. In porta, con Rui Patricio, il passo in avanti è stato sicuro, mentre Vina non pare al livello di Spinazzola. In attacco, invece, siamo convinti che il confronto fra Abraham e Dzeko apra dibattiti interessanti. Un’aggiunta è d’obbligo: Fonseca non ha mai avuto a disposizione Zaniolo. Non poco. (…)
Cosa c’è di diverso? Quest’anno la Roma sembra mostrare più personalità, più resilienza alle avversità, ma ha interrotto la crescita di alcuni giovani. Se Ibanez è lievitato, Villar, Calafiori, Reynolds e lo stesso Darboe – ora ripescato – sono stati spesso ai margini, così come il capocannoniere della scorsa stagione, Mayoral. Mourinho ha più volte fatto capire come la panchina della Roma non sia al livello delle altre big, però il Milan col Verona ha mostrato di saper fare di necessità virtù e in ogni caso, anche in prospettiva di eventuali cessioni di giocatori non funzionali al progetto, la loro palese “inutilità” difficilmente aiuterà a movimentare il mercato. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini