Arrabbiata, stanca e preoccupata. La Roma arriva alla doppia sfida con Shakthar e Napoli coi nervi a fior di pelle dopo il ko di Parma e lo sgarbo della Lega che non ha restituito ai giallorossi il punto di Verona e soprattutto non ha accolto la richiesta di rinviare la sfida agli azzurri di domenica. Una disparità di trattamento evidente visto lo spostamento (senza motivo) di Juve-Napoli che ha portato Friedkin e Fienga a tuonare contro i vertici.
Fonseca dovrà rimboccarsi le maniche e affrontare un mini tour de force che vedrà la Roma rientrare da Kiev alle 4 di notte di venerdì e quindi con solo un allenamento a disposizione prima del Napoli. Difficile adottare un vero turn over tra infortuni e cali di forma.
Ma battere Gattuso è obbligatorio per sperare nella Champions anche se i precedenti non sorridono al portoghese solitamente sconfitto contro quegli allenatori che già gli hanno dato una lezione in precedenza: da Gasp a Pioli passando per D’Aversa o Inzaghi.
Un bivio importante per il tecnico che continua a non convincere a pieno la società e che a fine stagione potrebbe lasciare la capitale. Sarri è in pole per sostituirlo ma lo stesso Fonseca si guarda intorno e ha già ricevuto l’interesse di tre club tra cui il Benfica. A Kiev la Roma almeno riavrà per la prima volta i suoi tifosi a un anno di distanza.
Dal governo ucraino è stato dato l’ok per l’ingresso di 15 mila spettatori, e tra loro ci sarà anche un settore occupato dal Fronte Ucraino, un fan club nato nel 2004. Saranno loro i primi fortunati a riabbracciare la Roma in piena pandemia. «Abbiamo avuto richieste anche da Mosca e San Pietroburgo. Sarà una grande emozione. Speriamo presto potrete tornare pure in Italia», le parole della presidente Diana.
FONTE: Leggo – F. Balzani