La coperta è corta o presenta qualche buco? Poco importa, perché ci pensa Gasperini a sistemarla, provando a trasformarla in una trapunta calda e funzionale. Siamo a metà ottobre e con ancora due mesi e mezzo prima del mercato di gennaio il tecnico deve arrangiarsi come può, trovando soluzioni alternative a ciò che ancora non lo convince. A partire dalla spinta sulle fasce fino all’efficacia della fase offensiva. Ed è qui che emerge il Gasperini trasformista, quello che sperimenta e sposta i giocatori pur di trovare equilibrio e nuove risposte, cercando non solo di valorizzare i singoli ma anche di migliorare l’intero sviluppo del gioco.
Un esempio concreto è Paulo Dybala. In estate Gasp lo aveva provato come falso nove, definendola una soluzione d’emergenza. La stessa definizione usata anche dopo il Torino e, due settimane fa, dopo la vittoria sulla Fiorentina. Eppure anche contro l’Inter l’argentino è tornato in quella posizione. Una scelta dettata dal momento complicato dei centravanti, che finora non hanno inciso: un solo gol tra Dovbyk e Ferguson in nove partite. Da qui la necessità di un piano B. Altro esperimento quello visto contro l’Inter sulle corsie esterne. Con Angeliño ancora ai box – e comunque deludente in questo avvio di stagione – il tecnico ha scelto di adattare Wesley a sinistra, dove non aveva mai giocato, e di alzare Celik sulla destra.
Di conseguenza N’Dicka è stato spostato a destra per permettere a Hermoso (che aveva agito in altre partite anche da quella parte) di agire sul lato mancino. Una mossa che ha cambiato volto alla linea arretrata, ma non ne ha compromesso la solidità, a parte l’episodio dell’errore di N’Dicka su Bonny. «Durante la sosta per le Nazionali può capitare di perdere certi automatismi – ha spiegato Gasp – magari perché ti chiedono movimenti diversi». Nessun dramma, si guarda avanti. «Siamo convinti, forse per la prima volta, che faremo bene quest’anno. Se riusciamo a giocare così contro una squadra forte come l’Inter, significa che il nostro percorso è in crescita». (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi











