Se il patrimonio dei calciatori è cresciuto nel corso degli anni, significa che la gestione risorse della Roma sul piano strettamente finanziario è stata virtuosa. E’ di ieri la classifica pubblicata dal Daily Mail, giornale inglese, che piazza la società all’ottavo posto in Europa tra i ricavi derivanti dalle cessioni dal 2010 a oggi: 354 milioni di euro complessivi, in un mondo dominato dal Liverpool che è davanti a tutti a quota 436. Ma la valorizzazione dei calciatori, che spesso nella Roma è stato il prologo di un’operazione di mercato, genera interesse, che anche in questo autunno obbliga la coppia Gandini–Baldissoni a tenere duro davanti alle tentazioni esogene.
FERMI TUTTI – Da Trigoria assicurano: a gennaio non parte nessuno, perché così vuole Spalletti. Per “nessuno” si intende il nucleo dei giocatori che l’allenatore considera strategici. Qualche cessione ci sarà e servirà a finanziare i nuovi arrivi, che pure servono: un centrocampista e un esterno destro. Ma senza intaccare il potenziale tecnico della squadra. E’ presumibile ad esempio che durante la finestra trasferimenti invernale possano andare via Iturbe e, se salta la convocazione al Sudamericano Under 20, il baby Gerson. Altri soldi possono entrare dalla monetizzazione anticipata dei calciatori che giocano in prestito lontano da Roma: i torinisti Iago Falque e Castan, ad esempio, ma anche Ricci del Sassuolo, che potrebbe rientrare nell’operazione Defrel (contatti nei giorni scorsi tra Massara e Angelozzi).
CHIUSO – Niente trattative per Manolas, insomma. Nonostante i sondaggi effettuati dal Manchester United, dall’Arsenal, dal Barcellona e da chissà chi altro. Stesso discorso per Nainggolan, che se volesse potrebbe passare al Chelsea domani mattina: ha scelto di restare alla Roma e a Roma e non cambierà idea, almeno fino al termine della stagione. Per non parlare di Strootman, che sta definendo il rinnovo (scadenza attuale 2018) e non intende neppure discutere altre proposte, se non sarà il club a sottoporgliele. Tra gli ultimi corteggiati è entrato poi super Dzeko, dall’alto dei suoi 15 gol segnati in stagione tra Roma e nazionale bosniaca: ha ricevuto un’offerta pazzesca dalla Cina – 15 milioni di euro a stagione per tre anni – ma non l’ha accettata. Dzeko avrebbe potuto cambiare aria anche in estate, quando in effetti la stagione non aveva premesse eccezionali, ma poi ha deciso di scommettere su se stesso, sicuro di conquistare Spalletti e i tifosi. L’obiettivo è riuscito tanto è vero che uno scambio con Bacca, che poche settimane fa la Roma avrebbe sottoscritto e il Milan no, adesso appare poco conveniente.
IN BILICO – E Toni Rüdiger? La sua situazione è formalmente diversa. A giugno, prima che si rompesse il ginocchio, la Roma stava trattando la sua cessione al Chelsea per 28 milioni di euro. Era quella l’operazione da gatto maculato ipotizzata da Sabatini per evitare le partenze di Pjanic e Nainggolan. «Su Rüdiger dobbiamo valutare – disse il ds – perché pur essendo un calciatore forte, è anche quello più sostituibile». Oggi, di rientro dal grave infortunio, Rüdiger ha recuperato oltre all’efficienza atletica anche una quotazione di mercato alta. Ma la Roma potrebbe considerare la sua cessione a gennaio solo se si verificassero due eventi: 1) un’offerta irrifiutabile in arrivo dall’estero, magari sempre da Antonio Conte che cerca difensori; 2) Vermaelen torna disponibile dopo l’infinita pubalgia e offre garanzie di continuità tali da rendere accettabile il sacrificio di un difensore. E’ tutto in discussione, quindi, ma al momento la Roma lo ritiene uno scenario poco realizzabile. Per entrare in Champions League dall’accesso principale bisogna arrivare nei primi due posti e servirà più qualità (e abbondanza) possibile.