Aggiungi un posto al casting. Quello del direttore sportivo colorato di giallorosso. Che, evidentemente, non è stato ancora individuato con certezza e convinzione. Dunque, il nome da aggiungere al casting che nelle ultime settimane si è andato sempre più ingrandendo, è quello di Jonas Boldt, tedesco, trentotto anni, dal maggio del 2019 grande capo sportivo dell’Amburgo (serie B tedesca), responsabile di prima squadra, reparto scout e accademia del club, insomma non si muove una foglia senza che lui non voglia, scadenza del suo contratto il prossimo trenta giugno.
Non è un’indiscrezione, ma una notizia certa. Per il semplice fatto che per quello che abbiamo appurato con più che ragionevole certezza, herr Boldt, giovedì della settimana passata, ha avuto un prolungato incontro con la famiglia Friedkin. Non in Italia, ma in uno stato confinante, un’ora o poco più di aereo che per mister Dan è più o meno uno scherzo. Oltre tre ore di colloquio (in inglese, Boldt non parla italiano) in cui le parti si sono conosciute, lasciandosi con un arrivederci che chissà se ci sarà.
Ora sfidiamo anche i più esperti calciofili a raccontarci quello che sanno di questo giovane dirigente. Crediamo che in pochissimi potrebbero rispondere con sufficiente conoscenza. E con questo vogliamo dire che nel momento in cui i Friedkin decidono di incontrarlo, la prima domanda che sorge spontanea non può che essere: chi ha consigliato questo nome alla nuova proprietà romanista che certamente di questo dirigente non ne sapeva nulla?
Noi, approfondendo anche la carriera di herr Boldt, abbiamo trovato due risposte. La prima, è la più logica di questi tempi: Ralf Rangnick, tra i più gettonati per il vacante ruolo di direttore sportivo giallorosso, ma anche personaggio al quale può stare stretto il ruolo di ds, meglio puntare alla poltrona di direttore generale che sceglie, uno per uno, i suoi più stretti collaboratori. Il dirigente tedesco (la sua quota sull’arrivo a Trigoria è in costante ribasso) nel corso dei (sicuri) contatti con i Friedkin, potrebbe aver fatto il nome di Boldt come ds e, allora, i nuovi proprietari della Roma, avrebbero deciso di andare a conoscerlo per capire preparazione, spessore, competenza di un dirigente eventualmente da mettere a disposizione del loro (e nostro) club.
La seconda risposta che ci siamo dati, è stata figlia legittima del curriculum di questo giovane dirigente tedesco. Ed è una risposta che, soprattutto per motivi romantici, ci piace ancora di più. Grazie ai planetari mezzi di internet, infatti, siamo venuti a sapere che la storia di Boldt, lasciando da parte una carriera molto scarsa da calciatore, è nata, cresciuta e maturata in un club chiamato Bayer Leverkusen. Dove ha lavorato per sedici anni. Partendo, a ventuno primavere, come stagista dell’accademia del club, crescendo anno dopo anno, capo scout nel 2007, quindi assistente del grande capo del Levekusen, cioè Rudi Voeller che nel 2014 lo ha scelto come direttore sportivo, il più giovane, all’epoca, dell’intera Bundesliga.
E allora, per noi che siamo inguaribili romantici e che nel cuore avremo sempre il tedesco che vola, non è stato così complesso dedurre, specifichiamo dedurre, e formulare un pensiero: vuoi vedere che i Friedkin, nel corso dei tanti colloqui che hanno già avuto con l’obiettivo di mettere insieme il nuovo organigramma giallorosso, si sono fatti una chiacchierata pure con Rudi nostro e lui abbia consigliato il ragazzo che ha visto crescere a Leverkusen? Ripetiamo, non è una notizia, ma una deduzione, anche se qualcosa ci dice che un contatto ci sia stato, magari pensando a una Roma con Rudi direttore generale con al suo fianco il giovane Boldt, un’accoppiata che un certo successo in Bundesliga lo ha ottenuto. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri