Questi primi 4 mesi per i Friedkin sono stati in un certo verso rivoluzionari. L’impatto è stato travolgente da un punto di vista operativo. Con la presenza fissa di Ryan, e quella periodica di papà Dan, i texani hanno lasciato intendere che la loro filosofia gestionale di basa su principi e progetti opposti rispetto a Pallotta.
Si cambia: ora i giovani non si vendono – La Roma ha radicalmente modificato il suo progetto. E’ finito il tempo delle plusvalenze spregiudicate, dei giocatori di passaggio, dei campioni (s)venduti. Il piano dei Friedkin prevede di formare un serbatoio di giovani talenti che possano diventare campioni dentro la Roma e non fuori. Non sembrano parole al vento visto che la società ha rifiutato offerte superiori ai 25 milioni per Ibanez.
Il nuovo stadio? Sì, ma senza business park – La Roma ha in dannato bisogno dello stadio di proprietà. Il progetto di Tor di Valle ormai non convince anche perchè era stato concepito per essere molto di più di un’area destinata al calcio. Il pezzo forte per Pallotta era il business park che avrebbe dovuto richiamare grandi investitori. Nell’era della pandemia, però, costruire palazzi adibiti ad uffici non sembra conveniente per Friedkin. Allora si sta orientando su un progetto nuovo: fare lo stadio e basta.
Creato un ufficio per i contatti con il territorio – L’aumento di popolarità della Roma non è stato accompagnato da risultati evidenti in ambito commerciale. Il marchio Roma non è stato valorizzato appieno. Da qui i Friedkin sono partiti, ascoltando i suggerimenti di Fienga, creando un apposito ufficio destinato ai contatti con il territorio guidato da Francesco Pastorella. Hanno ripristinato il vecchio stemma e le iniziative continueranno.
Serve sobrietà: taglio a stipendi e commissioni – Con un poderoso aumento di capitale i Friedkin hanno consentito alla Roma di non buttare un anno sportivo. E’ evidente, però, che per tornare a competere ad alitssimi livelli occorra un’organizzazione capillare. Così le indicazioni prevedono un ringiovanimento della rosa, con un taglio netto dei salari che devono essere adeguati all’era post-Covid. Servirà tempo. Certi passaggi di denaro, certe commissioni, da ora in avanti andranno evitate.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida