Un mercato che non ti aspetti. Meno spendi, più ti rinforzi. Con la politica del parametro zero, ecco il volto che cambia. E di conseguenza si modificano le ambizioni. La Roma dello scorso anno, che al massimo era partita con la speranza di arrivare al quarto posto, ora non c’è più. Il doppio salto l’ha voluto la proprietà, che in tempi non sospetti aveva scelto Mourinho.
Un mercato misurato da punto di vista economico, con soli sette milioni fin qui spesi (per Celik), ma scintillante nella sostanza. La Roma ha scelto la strada dell’instant team, e il progetto triennale si è accorciato. Il sacrificio economico, la Roma, lo ha dovuto fare sugli ingaggi. Il parametro zero ha questo risvolto negativo, ma avere in squadra gente di classe ed esperienza come Dybala, Wijnaldum e Matic ti ripaga della spesa, perché dà modo di poter sognare e di uscire definitivamente dalla prigionia dell’utopia.
Tiago Pinto nelle prime settimane di mercato non ha fatto altro che predicare calma, frenando ogni tipo di entusiasmo che derivava da voci incontrollate, che addirittura avevano messo sul piatto degli arrivi gente dalle grandi tasche come Ronaldo. Pinto ha corso da solo e pian piano è riuscito a sistemare una squadra a immagine e somiglianza del suo allenatore. Non ha ceduto davanti alle pretese del Sassuolo, che ha sparato alto per la cessione di Frattesi. Ha scelto altre vie.
È intervenuto su Dybala quando le cifre dell’operazione erano più abbordabili e ha convinto Matic in poco tempo, con l’aiuto – sempre – della parola di Mourinho. La Roma adesso non si nasconde, lo scudetto diventa un obiettivo possibile, cosi come provare a vincere l’Europa League. Obiettivi non certo scontati, ma possibili. E il mercato deve ancora terminare, aspettando altre sorprese, nascoste per il momento dietro all’angolo.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni