C’è un nome nella Roma che è sembrata imbarcare acqua da tutte le parti negli ultimi tempi, e in avvicinamento della ripresa del campionato, che mette tutti d’accordo. Un’àncora di nome Paulo Fonseca. Il tecnico portoghese che da poco più di un anno è arrivato nella Capitale e che mai abbiamo visto sopra le righe (sì, ce lo ricordiamo inferocito contro l’arbitro Massa durante Roma-Cagliari di inizio ottobre, ma è quella l’eccezione che conferma la regola) è pronto a guidare la squadra verso gli obiettivi di fine stagione, il cui raggiungimento è tutt’altro che facile ma sarebbe più che salutare per il club da tutti i punti di vista. Anche e soprattutto per garantire respiro economico e un futuro migliore.
Una pressione che Fonseca non sente più di tanto, o che sente nella maniera giusta, perché la pressione serve a chi fa calcio (come ha sempre detto) e ne alimenta le ambizioni. Certo non dev’essere stato facile mantenere i nervi saldi nell’ultimo periodo. Perché la Roma che ha tenuto botta alla pandemia di coronavirus e anzi si è contraddistinta per le iniziative di solidarietà, dando prova di unità e compattezza, ha subìto a pochi giorni dal riavvio del campionato l’ennesimo scossone societario.
La sospensione di Gianluca Petrachi, stretto collaboratore nel ruolo di ds proprio dell’allenatore, l’uomo che ha costruito una rosa che per Fonseca rappresenta una certezza, sbagliando poco o niente in termini di acquisti e cessioni, ha turbato e non poco la piazza e – c’è da comprenderlo – anche Trigoria e viale Tolstoj. Fonseca nel caos che si è scatenato intorno al dirigente leccese ovviamente non c’entra nulla. Ma il loro rapporto, sebbene sempre cordiale, non si può definire lo stesso di inizio stagione.
Si dice che gli opposti (Fonseca l’equilibrato e Petrachi il sanguigno) si attraggono e sarà anche vero, ma dall’inizio della stagione sono stati almeno due gli episodi di invasione di campo di Petrachi: la piazzata alla squadra nell’intervallo di Sassuolo-Roma del 1° febbraio scorso (con il ds che poi spingeva per il ritiro dopo la sconfitta mentre Fonseca decise poi per la linea più morbida) e le parole nell’intervista a Sky del 9 giugno scorso nella quale Petrachi ha sostenuto che la squadra, alle porte del campionato, non si stesse allenando bene come alla ripresa degli allenamenti dopo lo stop per il coronavirus. (…)
FONTE: Il Romanista – G. Fasan