n manifesto programmatico in 5 passaggi e 15 secondi: minuto 54, la Roma è in vantaggio di due gol ma in svantaggio di un uomo, Mancini recupera un pallone strappandolo a Okaka nella sua area di rigore e invece di buttarlo in fallo laterale o comunque lontano preferisce far ripartire l’azione; scambia con Kolarov, poi serve in verticale Dzeko che gira di prima a Pastore, con molto campo davanti; Pastore decolla palla al piede e punta deciso verso l’area, tre contro quattro; il Flaco potrebbe servire comodamente Zaniolo a destra, è ciò che pensano sia i giocatori dell’Udinese sia tutti gli spettatori della Dacia Arena; ma Pastore non è un calciatore qualsiasi e taglia in diagonale sulla sinistra dove aspetta Kluivert; il piccolo olandese salta Ekong sul rientro e di destro calcia in porta, trovando un palo amico e il terzo gol stagionale.
Soddisfazione E’ questo lo spirito che Paulo Fonseca, con toni anche duri, ha chiesto ai giocatori dopo il deprimente 0-0 contro la Sampdoria. La Roma che in dieci contro undici, sostenuta dalla qualità e spinta dall’ambizione, si accanisce contro un avversario già barcollante è nata da un pomeriggio grigio in cui nessuno, ma proprio nessuno, aveva irrorato il coraggio necessario a vincere la partita. Nonostante le tante assenze, che lo avevano portato a defi nire «impossibile» un rendimento di alto livello, Fonseca ha preteso dai giocatori una scossa che li liberasse dal rimpianto. E così la Roma ha quasi vinto con il Borussia, ha battuto piuttosto nettamente il Milan e infi ne, autosublimandosi, ha distrutto l’Udinese di Tudor.
In sella
Fonseca si è così ripreso il quarto posto, obiettivo dichiarato di partenza, e si è ritrovato prima del previsto davanti al Napoli in classifi ca, proprio alle soglie dello scontro diretto dell’Olimpico. Il test di domani sarà ovviamente probante per determinare senza grandi margini di approssimazione le reali potenzialità della Roma, ma nel frattempo Fonseca può godersi i progressi già verifi cati nell’applicazione e nella personalità dei suoi. Con fi ducioso vigore, questo allenatore ha restituito dignità a calciatori che sembravano lontani, con la testa e con le gambe: l’esempio più visibile è Pastore, innesto decisivo per talento e sostanza nel momento di tamponare l’emergenza, ma anche un terzino come Santon, che Petrachi ha provato in ogni modo a vendere fi no all’ultima ora di mercato, ha dato il contributo che serviva al bene comune. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida