Gli squilli di Higuain e quello finale di Pjanic hanno fatto rumore dentro alla vigilia di due squadre, Roma e Milan, chiamate al duello (quasi) da dentro o fuori. Dentro alla corsa scudetto o fuori, almeno per Natale, dai sogni d’oro: questo dirà la notte romana. La Roma deve mettere al tappeto i rossoneri perché è la favorita («Noi siamo costruiti per vincere, il Milan no…», dice il tecnico giallorosso Spalletti) e perché ha l’obbligo di dare il più alto dei significati al viaggio di sabato sera allo Juventus Stadium: arrivare a Torino con quattro punti di distacco dai bianconeri significherebbe giocarsi, in un colpo solo, gran parte delle proprie credibilità per il successo finale. Se De Rossi e soci avranno sulle spalle il peso di non poter sbagliare, il Milan prova ad alleggerirsi anche del più piccolo dei patemi. «Vorrei che i ragazzi – racconta l’allenatore rossonero Montella – si avvicinassero a questa partita con leggerezza, gioia e soddisfazione. Siamo secondi, ce lo siamo conquistati e ce lo dobbiamo godere: se avremo questo atteggiamento, sarà più possibile arrivare alla vittoria». Montella, di Roma, conosce ogni angolo: dentro e fuori dal campo. Spalletti anche e per questo la sfida fra le seconde del campionato si annuncia un intreccio arricchito dalle mosse (e contromosse) delle panchine.
PERDONO E STIMA – Spalletti non avrà Salah (forse in panchina con la Juve), ma riabbraccia Strootman: l’unico dubbio riguarda il ruolo di esterno d’attacco, dove si giocano il posto El Shaarawy e Bruno Peres. Montella ha problemi di infermeria, dove rimarrà Bacca e dove è entrato Bonaventura: la tentazione è quella di stravolgere del tutto il tridente là davanti, con Honda (fino ad ora solo 89 minuti in campo) al posto di Niang e al servizio di Lapadula. In mezzo, squalificato Kucka, spazio per Bertolacci al rientro dopo ben quattro mesi. Quella di Spalletti e Montella è la storia di un rapporto che nasce da molto lontano. Compagni di squadra nell’Empoli quando Montella era un ragazzino e Spalletti un veterano, i due si sono ritrovati uno allenatore dell’altro. «Alla Roma non mi faceva giocare, forse meritavo di più. Luciano – così Montella – l’ho perdonato, anche perché ho avuto modo di studiarne gli allenamenti e così mi sono arricchito ora che faccio il suo lavoro». Spalletti ascolta e ringrazia. «Vincenzo – dice – è destinato a riprendersi la panchina della Roma e a fare una grande carriera: mi fa piacere che mi abbia perdonato, d’altronde è più facile capire i genitori quando lo si diventa».
SPOT PER IL CALCIO – Roma-Milan sarà uno spot per il nostro calcio: ne sono convinti i due tecnici. Spot o no, quella di stasera sarà una sfida verità per entrambe. La Roma dovrà dimostrare di aver fatto passi avanti nella ricerca di quegli equilibri di squadra che, spesso, l’hanno costretta a pericolose rincorse, mentre il Milan non potrà mostrarsi troppo timido, in attesa del colpo del Suso di turno perché, così, si consegnerebbe alla forza d’urto dei giallorossi. La Juve sarà davanti alla tv tifando per il pareggio, verdetto meno gradito ai ragazzi di casa.