Ci risiamo. Uno parla sottovoce, l’altro va giù con la mannaia. Prima di aver ribadito: “Siamo amici, molto amici”. Mourinho e Pinto continuano a stuzzicarsi a distanza. E chi crede che il gm sia soltanto il mezzo per arrivare ai silenti Friedkin, stavolta sbaglia. Più che le parole sulla Champions, è stata l’uscita del dirigente su Dybala a innervosire il tecnico.
Ma come, si domanda José, nemmeno una parola quando impazzava la polemica arbitrale e i deferimenti piovevano come ormai è consuetudine, zero accenni al futuro e alla programmazione e adesso, su Paulo, ago della bilancia a Budapest di un biennio di lavoro, ci si lancia in una previsione ottimistica? Va detto, per amor della verità, che il dirigente si era limitato a rispondere ad una domanda nel pre-partita. Ma per Mourinho non funziona così.
E così è bastato poco per sollecitarlo e fargli rimarcare il solco che di giorno in giorno è sempre più ampio. Da un lato c’è José che pensa di aver compiuto un mezzo miracolo. Dall’altro Pinto che ritiene invece, tra difficoltà, settlement agreement e parametro zero, di aver comunque dato al connazionale una rosa che con la penalità di 10 punti inflitta alla Juventus, non può trovarsi praticamente tagliata fuori dalla zona Champions. Visioni inconciliabili che proprio a Budapest potrebbe trovare le rispettive strade future.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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