Alla beffa dell’Uefa, José Mourinho risponde con un gesto dal pesantissimo valore simbolico. Un giorno dopo aver incassato la squalifica europea di quattro giornate per le proteste di Budapest ha scritto una lettera a Zvonimir Boban, dirigente incaricato del coordinamento tra allenatori, per annunciare le “dimissioni” dal consiglio dei saggi (il cosiddetto Uefa Football Board) nel quale era stato incluso nei mesi scorsi: “Ringraziandoti dell’invito, mi dispiace informarti della mia rinuncia al ruolo di membro del gruppo. Le condizioni in cui fortemente credevo quando avevo aderito non esistono più e ho sentito il dovere di prendere questa decisione. Ti chiedo cortesemente di comunicarla al presidente Aleksander Ceferin”.
Una bomba diplomatica piombata a ridosso del solstizio d’estate. Perché Mourinho è l’unico allenatore ad aver vinto tutte e tre le competizioni Uefa esistenti, compresa la Conference voluta da Ceferin.
La sua rinuncia infligge un colpo mediatico importante al governo del calcio europeo. E ricompatta a testuggine l’ambiente Roma accanto al generale, in attesa del ricorso contro la squalifica che i Friedkin hanno già approvato. Già a caldo l’ex presidentessa Rosella Sensi, che era in tribuna nella notte della finale, si era detta indignata con un lungo post sui social.
Ieri invece la reazione esplicita è arrivata da Nuno Santos, il principale collaboratore di Mourinho, che ha pubblicato la foto del rigore non concesso alla Roma dall’arbitro Taylor e altre immagini iconiche della serata accompagnate da una didascalia: “Il 10 luglio ritorneremo”. La proprietà non si esprime, come di consueto, ma è pronta ad affiancare l’allenatore nella battaglia politica.
I tifosi naturalmente hanno gradito, schierandosi in blocco attraverso le varie pagine social a difesa dei diritti della squadra. Nel pomeriggio l’Airc, l’Associazione Italiana Roma Club, ha diffuso un comunicato di protesta firmato dal presidente Francesco Lotito, nel quale “esprime il suo più fermo e forte disappunto nei confronti dei provvedimenti emessi dalla Uefa (…) che hanno colpito pesantemente la nostra società, il nostro allenatore José Mourinho e noi tifosi” e che “replicano le modalità con le quali a Budapest la condotta dell’arbitro ha privato la Roma della possibilità di vincere il suo secondo trofeo europeo consecutivo. Oltre al danno, la beffa da parte di chi esercita il proprio potere in maniera quanto meno discutibile e, all’apparenza, tutt’altro che imparziale”. Alla ripresa della stagione sono già allo studio manifestazioni popolari di dissenso verso l’Uefa.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida