Un Natale al secondo posto, quattro punti sopra Napoli salvato in extremis a Firenze e di nuovo a -4 dalla Juve che fino a inizio febbraio viaggerà con una partita in meno. Non poteva chiudersi meglio l’anno della Roma, brava a vincere in scioltezza una partita a un certo punto apparentemente stregata. Il ko di Torino 6 cancellato, la sfida ripartira nel 2017 ed ancora aperta. Contro il Chievo arriva un successo ben più striminzito rispetto alla mole di gioco prodotta da Dzeko e compagni, il tredicesimo di fila all’Olimpico di cui ben dieci in questo campionato.
La marcia di Spalletti è impressionante: 84 punti in 37 partite da quando e tornato a sedere sulla panchina giallorossi, quasi un campionato intero sommando le due mezze stagioni a ritmi da scudetto. Per ora non basta nel torneo dominato dai marziani della Juve e per la sesta volta negli ultimi sedici anni la Roma chiude l’anno solare nella piazza d’ onore della classifica. Nei cinque precedenti, alla fine, ha sempre chiuso il campionato seconda. Ma stavolta Spalletti non ha la minima intenzione di arrendersi in partenza e lo dimostra la sua corsa a fine match sotto i Distinti Sud, che ormai fanno le veci della Curva e si stanno godendo le vittorie a raffica in uno stadio gelido e vuoto. Questa Roma meriterebbe di più.
Il tecnico toscano se la gioca col 3-4-3, lasciando fuori Perotti proprio nel giorno in cui il ct argentino Bauza annuncia che presto lo chiamerà in nazionale. El Shaarawy parte largo a sinistra ed e la mossa vincente, Salah gioca dall’ altra parte nella sua ultima partita prima di salutare tutti per la Coppa d’Africa, dietro si rivede Vermaelen, apparso in difficoltà nel primo tempo dopo una lunga assenza (non giocava titolare in campionato da agosto) con Fazio che scala al centro, mentre Nainggolan arretra in mediana al fianco di Strootman. Il primo tempo è maledetto per la Roma. Nulla di entusiasmante, ma i giallorossi creano diverse occasioni per passare in vantaggio. Un paio di volte trovano Sorrentino a sbarrare la porta, un’altra il palo sulla punizione di Bruno Peres, poi ci si mette pure l’arbitro Calvarese a negare due rigori nella stessa azione. E allora De Guzman, che già si era mangiato un gol, porta in vantaggio il Chievo mettendo a nudo tutti i limiti difensivi di Bruno Peres. La Roma ha la bravura di pareggiare prima dell’intervallo: stavolta la punizione la calcia El Shaarawy (finalmente) e Sorrentino deve inchinarsi. E dopo 7 minuti della ripresa, grazie a un’altra iniziativa tutta di «tigna» del Faraone, timbra il sorpasso con Dzeko che si sblocca dopo quattro gare a digiuno.
A quel punto diventa una sorta di monologo giallorosso e al tempo stesso una fiera dello spreco. Dzeko & Co. sbagliano a più riprese il gol della sicurezza e la partita resta pericolosamente in bilico. Una serie di errori incredibile, che fa imbestialire Spalletti in panchina: il difetto della poca cattiveria il tecnico non riesce proprio a toglierlo a questa squadra. Ma almeno dietro non si rischia mai, neppure quando Maran butta dentro il temuto Pellissier. In una delle tante occasioni create dalla Roma è ancora Sorrentino a tenere in gioco il Chievo parando di piede il tiro a botta sicura di Dzeko, poi si ripete con la manona ancora su Edin e Perotti, subentrato a Salah, calcia alto a porta spalancata. Poi Diego si guadagna il rigore e lo segna con la sua solita tranquillità nonostante il pubblico, ironicamente, invochi la battuta di Iturbe che potrebbe aver giocato i suoi ultimi minuti in giallorosso. Si chiude con la festa di Spalletti e una fiducia rinnovata, anche se il calendario alla ripresa riservera due trasferte di fila. Ma la Roma c’e e promette di rinforzarsi sul mercato. In fondo, non mancherebbe cosi tanto.