Fair play. Respect. Niente scorrettezze, noi abbiamo inventato il gioco, siamo inglesi. Ma quando mai, potranno pure dire così, ma sono l’esatto contrario. Perché avranno pure le loro ragioni, ma il comportamento del Manchester United nella vicenda Smalling siamo offensivi se lo giudichiamo disgustoso, inelegante, meschino? Per carità, la Roma non è stata capace di cogliere l’attimo fuggente quando pure c’è stato per chiudere l’acquisto del difensore, ma l’ostracismo con cui i discepoli di sir Alex Ferguson hanno portato avanti la trattativa, è qualcosa che va contro il senso di giustizia dello sport.
Che vuol dire, adesso, con una stagione travolta e stravolta da una situazione pandemica mai avvenuta prima e che pure a Londra e dintorni sta continuando a lasciare segni devastanti, dire no, non vi prolunghiamo il prestito per Chris Smalling, per la parte finale dell’Europa League? Non vi viene neppure in mente, amici inglesi, che questo finale della coppa è parte integrante di questa stagione 2019/2020, quella per la quale la Roma, un anno fa, vi ha garantito comunque tre milioni di euro per il prestito e porca miseria non aver messo un diritto di riscatto prefissato?
Se non ci fosse stata la pandemia, magari il sorteggio vi avrebbe comunque messo di fronte la Roma di Smalling e, giuriamo, a questo punto della fiera avremmo pagato di tasca nostra perché vi segnasse con una capocciata delle sue, perché allora sfruttare una tragedia planetaria per chiedere più soldi (sul prolungamento del prestito) pur essendo uno dei club più ricchi al mondo? Se fosse successo il contrario, cosa avreste detto voi presunti paladini della giustizia solo quando fa comodo a voi? In sostanza, è una vergogna che sarà il caso di non dimenticare.
Dato al Manchester quello che è del Manchester, la miseria dei piccoli comportamenti, quello di cui abbiamo scritto fin qui, altro non vuole dire che a meno di un clamoroso colpo di scena oggi, ultimo giorno utile per la Roma per presentare la lista Uefa in funzione della parte finale dell’Europa League, Fonseca e tutti noi ci viene da aggiungere, dovremo fare a meno di Smalling per la sfida di giovedì prossimo contro il Siviglia. Cioè la madre di tutte le partite, sperando che diventi poi la nonna, la bisnonna e la trisnonna.
Di fatto, anche gli ultimi tentativi andati in scena nella giornata di ieri, attraverso un procuratore italiano che lavora nell’agenzia inglese che cura gli affari di Smalling, si sono rivelati infruttuosi. Diciotto milioni di pound, al cambio fanno venti milioni di euro, più bonus, non un pound di meno, il Manchester non è sceso di una sterlina. E questo, se volete, lo si puo’ anche capire, visto che almeno un paio di club inglesi quella cifra all’United sembra che gliela abbiano offerta per il cartellino del difensore inglese. Quello che francamente è inaccettabile, è che il Manchester alla Roma, per un’estensione del prestito per la partita contro il Siviglia e, nel caso, per il quarto di finale, abbia chiesto mezzo milione di sterline, duecentocinquantamila a partita.
Due partite che, senza pandemia, Smalling avrebbe regolarmente giocato, magari pure contro ‘sti signori del Manchester. La Roma ha rifiutato questa ipotesi, chiedendo al giocatore e al suo “strano” procuratore inglese, James Featherstone, di intervenire loro in prima persona alzando la voce contro il club inglese. Niente da fare. Anche se il giocatore, come da direttiva Uefa, avrebbe il diritto di denunciare il comportamento dell’United che, di fatto, gli sta impedendo di partecipare a una competizione in cui aveva diritto di esserci. Fosse avvenuto, l’Uefa, come ha detto, avrebbe aperto un’inchiesta per sanzionare la società inglese. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri