C’è una sola partita tra la gloria e il fallimento, tra una stagione trionfale e un fiasco. Il 2-2 con doppia rimonta sulla Salernitana certifica quello che avevano capito ormai tutti: che la finale d’Europa League è un Giano bifronte che da una parte distrae la Roma, dall’altra la tiene in vita. La seconda coppa in due anni proietterebbe Mourinho nell’empireo della storia del club, e forse del calcio italiano. Ma di contro, perdere la Coppa vorrebbe dire restare senza nulla: il pari con la Salernitana cancella la residua speranza di un posto in Champions, anche se per Mourinho no, quello non era un obiettivo: “Fare la Champions con 7 milioni di euro spesi sul mercato non è un miracolo, ma è Gesù Cristo che è arrivato a Roma ed è andato a fare una passeggiata in Vaticano”.
Mourinho ha acceso il segnale dell’allarme Dybala anche in vista di Budapest: “Sta male. Sarà pronto? Non lo so. Sono ottimista? No”. Monosillabi che lasciano alta la tensione, perché se un limite è evidente, nonostante i due gol rimontati alla Salernitana, è che la Roma fatichi a segnare e a vincere: in campionato non prende i 3 punti dal 16 aprile, di gol in Europa non ne ha segnati lontano dall’Olimpico, nella fase a eliminazione diretta. Tabù da superare col Siviglia tra 8 giorni. In bilico tra la gloria e il fiasco.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/partite/campionato/serie-a-anticipi-e-posticipi-della-37a-giornata-fiorentina-roma-alle-18-del-27-maggio/