Due frustate al portiere Provedel, una, da corner, a inizio gara (Smalling) e una, sempre da corner, a inizio ripresa (Ibanez), e il gioco è fatto. Lo Spezia si scioglie davanti alle prime speranze e la Roma fa il suo dovere e, con una vittoria senza troppe ansie ma con molti errori. Pian piano, la Roma cerca di ricostruirsi, tra alti e bassi, anche se deve fare i conti con un’emergenza che non passa mai: la situazione non migliora, peggiora. Per adesso la vittoria contro lo Spezia la riporta su (a otto punti dal quarto posto del Napoli, a nove dall’Atalanta, che attende proprio i giallorossi sabato a Bergamo), ma la distanza verso il traguardo prezioso del quarto posto è lunga e tosta.
La Roma con le due punte è più incisiva, più aperta, meno scolastica. Abraham e Mayoral si cercano ma si vede che l’affinità elettiva ancora non c’è. I giallorossi hanno la fortuna (e la bravura) di sbloccare subito (al 6’) il risultato e questo ha il suo vantaggio: segna Smalling, su sponda di Abraham, da inglese a inglese, e si va in discesa. I capitolini dominano, creano e sbagliano, Abraham colpisce un altro palo, il settimo da inizio stagione, ma non concretizzano.
La ripresa è come il primo tempo, arriva subito la rete della Roma, con Ibanez, sempre di testa. La difesa trionfa sotto porta e dietro regge come può. Mourinho regala spazio pure a Felix Afena, che prende il posto di un volenteroso ma impreciso Mayoral. Stavolta il ragazzino non deve risolvere la partita, perché è già risolta, deve ritrovare un po’ di condizione fisica dopo il Covid. Lui corre, segna aiutandosi col braccio e, già ammonito (giallo esagerato), viene espulso e a Bergamo non ci sarà. Non può andare tutto bene, insomma. E Mou non è soddisfattissimo.
FONTE: Il Messaggero