Le partite alla playstation dei tempi moderni ormai autorizzano qualsiasi tipo di performance arbitrale e, di conseguenza, validano qualsiasi protesta. CosiÌ la Roma ieri ha vinto sul campo la sua partita segnando due gol e sfiorandone altri cinque (restando incollata al Napoli al quinto posto e risuperando il Milan), mentre il Parma voleva pareggiarla al Var senza mai tirare in porta, ma magari trasformando due rigori, con la complicità di Mazzoleni che per due volte ha invitato il suo collega di campo, l’incerto Fabbri, alla revisione in video, finendo soddisfatto a metaÌ: la prima volta l’arbitro ha accettato di rivedere la sua decisione (ma si trattava di “chiaro ed evidente errore”?), ma nella seconda ha chiaramente difeso la sua scelta (ha ribadito due volte al microfono al collega “no, per me non è rigore”).
A rivederli in video da ogni prospettiva, cercando la massima obiettività possibile, erano due mezzi rigori: o meglio, due rigori interi con il microscopio delle moviole e delle macrovisioni zoomate (nel primo scatta il famoso “il contatto c’è”, nel secondo vale il celeberrimo “il tocco c’è”), ma sul campo (o anche al video, ma con occhi “da campo”) restano due episodi su cui chiaramente sorvolare, come del resto aveva fatto Fabbri. Che nel primo caso aveva valutato l’intervento di Cristante su Cornelius come un involontario e leggerissimo tamponamento su una strana frenata del danese, poi caduto in ritardo, e nel secondo aveva magari visto il braccio largo di Mancini su cui però Kucka aveva fatto pressione in avvitamento con la testa, con la palla poi carambolata sull’avambraccio.
Ma il Parma s’eÌ scatenato nelle proteste, man- dando in sala stampa il team manager Lucarelli a rappresentare D’Aversa per evitare chissà quali successive squalifiche: bel coraggio, dopo una partita in cui i gialloblù, nonostante le potenzialità offensive di molti dei giocatori della rosa, sono rimasti rintanati quasi tutto il tempo, per provare qualche sortita in mischia solo nel finale e rischiando invariabilmente ogni volta il gol del 3-1.
La partita Così Pau Lopez ha finito la gara senza neanche meritarsi un voto, e di questi tempi per la Roma eÌ stata una bella sorpresa. Ma già alle formazioni Fonseca si era preso qualche licenza di stupire, ripresentando Peres dopo la pessima prova con l’Udinese (a Napoli non era stato neanche convocato per scelta tecnica), evidentemente costretto dalla necessitaÌ di garantire ulteriore riposo a Kolarov (entrato nel finale) e dovendo quindi lasciare l’altro esterno disponibile, Spinazzola, a sinistra: ma nel nuovo sistema di gioco immaginato dal tecnico, con tre difensori, quattro centrocampisti, due trequartisti e Dzeko, c’è stato modo di liberare molto spesso gli esterni sul fronte offensivo e alla fine Peres è risultato persino tra i più attivi ancorcheÌ tra i più disordinati, e ripagato almeno dalla soddisfazione dell’assist del pareggio.
Dietro ancora tre difensori, con Cristante poggiato in mezzo tra Mancini e Ibanez: un rischio valutato per avere maggior pulizia nell’impostazione, ma subito pagato, al 6′, con Iacoponi che, sotto la pressione di Dzeko, ha lanciato lunghissimo, e Cornelius che eÌ stato bravo prima a far abbassare Cristante di un paio di metri rispetto alla linea, poi a risucchiarlo verso il centrocampo nel contromovi-mento e infine a batterlo nella nuova corsa al pallone verso la porta, costringendolo all’intervento rischiatutto in area, pulito a prima vista secondo Fabbri, illecito per l’ineffabile Var Mazzoleni. Ignorato il protocollo (non fischiarlo non poteva essere certo un chiaro ed evidente errore), rigore concesso: Kucka trasformerà spiazzando Lopez. Al 9′ la Roma eÌ giaÌ sotto mentre nella testa risuona ancora la splen-dida musica di Morricone, degnamente ricordato su tutti i campi e dalla Roma in particolare con una patch sul braccio. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco