meno di un anno dal suo arrivo, l’esperienza di Giancluca Petrachi alla Roma è già ai titoli di coda. Un anno costellato da inciampi dialettici, da un mercato intelligente ma spesso subito, da un rapporto difficile con allenatore e giocatori, soprattutto nelle ultime settimane.
L’ultima goccia La goccia che ha fatto traboccare un vaso già abbastanza colmo è stata una lite con il presidente Pallotta. Era la notte di giovedì: poche ore prima, il presidente americano della Roma aveva scritto un messaggio sul sito della società pieno di entusiasmo nei confronti del tecnico Fonseca. La postilla era una frasetta apparentemente innocua: “Paulo ha un buon rapporto con Guido Fienga, con Manolo Zubiria e con tutto lo staff”. Vedere citati due dirigenti e non il suo nome, però, ha fatto scattare il nervosismo di Petrachi, che ha scritto un messaggio furibondo al n.1 del club. Che non ha preso bene lo sfogo. Anzi. Ora la possibilità è quella del licenziamento per giusta causa: complici alcuni errori del ds che a Trigoria non sono sfuggiti a nessuno.
La discussione con i giocatori Pochi giorni prima Petrachi, in un’intervista a Sky Sport, se l’era presa anche con la squadra: “I primi giorni ho visto grande voglia, cattiveria e concentrazione. Questa ultima settimana li ho visti un po’ così”. Calciatori infuriati, visto che a loro non aveva detto nulla. ma soprattutto perché Petrachi era stato l’ultimo a tornare a Trigoria, dopo settimane di irreperibilità durante il lockdown. E l’uscita ha innervosito anche Fonseca, che aveva indirettamente risposto complimentandosi con la squadra per l’impegno in allenamento. I due avevano già trovato motivo di attrito quando Fonseca aveva trovato nello spogliatoi del Mapei di Reggio Emilia all’intervallo del match col Sassuolo, il direttore sportivo che urlava contro i giocatori.
Tutte le gaffe del ds A tradire Petrachi forse è stato, anche stavolta, un carattere che lo porta a voler strafare. Successe già un anno fa, quando per mostrarsi protagonista del mercato romanista, disse di aver parlato con l’Inter per Dzeko a maggio: peccato in quei giorni fosse ancora sotto contratto col Torino. La questione finì davanti alla Procura Federale, che però archiviò l’indagine. Proprio Dzeko con lui chiese un chiarimento faccia a faccia, dopo la frase con cui Petrachi si presentò in conferenza stampa: “Edin non è il padrone in questa casa, la Roma non si farà strozzare da nessuno”.
Come non bastasse, per il ds seguì l’uscita dopo Roma-Cagliari, in cui fu costretto alle scuse dopo aver dichiarato che “il calcio è un gioco maschio, non per signorine. Altrimenti ci mettiamo il tubino e andiamo a fare danza classica”. Intervennero anche il ministro Vincenzo Spadafora e la ct azzurra Milena Bartolini. Ora, dopo la discussione con il presidente, la misura sembra essere colma: Pallotta non avrebbe alcuna intenzione di tollerare ulteriormente, soprattutto perché il mercato – che pure era stato condiviso con Petrachi – procede senza di lui speditamente, con i riscatti vicini di Smalling e Mkhitaryan.
FONTE: Repubblica.it – M. Pinci