Le imprese le compie chi va oltre i propri limiti. Altrimenti sarebbero solo vittorie, giusto? Quindi: o la Roma ne sta scrivendo una, standosene lassù, inaspettatamente in vetta al campionato, oppure ha un organico quanto meno alla pari di Inter, Napoli, Milan e Juve. La seconda affermazione sconfina ovviamente nella provocazione, ma la verità probabilmente sta in mezzo a queste due strade. La Roma che abbiamo visto fi n qui, quella che vince di misura, che viaggia alla media di un gol a partita, che non riesce a trovare una formazione tipo a causa degli infortuni dei suoi attaccanti, che sbaglia occasioni da rete a ripetizione tenendo però salda la barra di navigazione grazie alla miglior difesa d’Europa, non avrà una rosa all’altezza delle superbig eppure non ha ancora mostrato la miglior versione di sé stessa. Insomma, guida la Serie A quando si sono giocate un terzo delle sue partite con la consapevolezza di essere ancora distante dall’asticella che calciatori e allenatore si sono posti. (…)
Il sornione Gasp, anche ieri sollecitato sul miracolo scudetto – «mister, lei ci crede?», gli hanno chiesto, e lui, divertito, ha risposto «quando dico che si è liberi di sognare, bisogna sognare. E abbiamo appena cominciato» – ha ben chiara la prospettiva di un ambiente che ad agosto faceva fatica persino a pronunciare la parola Champions. Lui vola basso con le parole, mentre i suoi occhi raccontano tanto, se non tutto, di quel desiderio feroce di fare la storia. Per tutte queste ragioni Cremona è un crocevia. Il primo di tanti, visto che da oggi alla fine dell’anno i giallorossi scenderanno in campo otto volte in 36 giorni, (…).
Approfittando del derby di Milano di stasera, la Roma potrebbe ritrovarsi da sola in vetta a questo punto del campionato per la prima volta dopo undici anni. E allora la questione iniziale, sulla quale i romanisti hanno riflettuto e rimuginato durante la sosta, torna di strettissima attualità: fi n qui abbiamo visto la miglior Roma possibile oppure una squadra che ha espresso soltanto una parte del suo enorme potenziale? «Non abbiamo compiuto un’impresa – la risposta di Gasperini – se siamo lassù non è un caso e secondo me abbiamo ancora infiniti margini di miglioramento. Non tanto sul piano atletico, visto che stiamo bene, ma su quello tecnico. In allenamento facciamo delle giocate anche migliori e la coralità del gioco può essere superiore». Se poi a tutto questo aggiungessimo le parole del preparatore Borelli, che nei giorni scorsi ha parlato di una Roma che da qui a marzo dovrebbe esprimere il massimo della propria forma atletica, “liberi di sognare” più che uno slogan diventerebbe una progettualità concreta. Per passare dalla fase REM alla fase Gasp. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











