Lina Souloukou prova a stoppare ogni indiscrezione sul futuro, per confermare il rinnovato impegno della famiglia Friedkin all’interno del club: “Vorrei ribadire con la massima chiarezza un concetto, affinché non vi siano speculazioni: la nostra proprietà non ha alcuna intenzione di vendere”. La Ceo della Roma ha parlato davanti a una nutrita platea, quella dello European Globe Soccer Award, e ha scientemente evitato il girotondo dialettico per arrivare al punto: “Grazie agli investimenti e all’impegno a lungo termine della famiglia Friedkin, la Roma punta a occupare una posizione sempre più rilevante nell’elite del calcio europeo e italiano”.
Finora la Champions è sempre sfuggita davanti alla regola del 63: i punti in classifica, ripetuti e mai sufficienti a centrare l’obiettivo negli ultimi tre anni. Fin qui Souloukou ha esposto una specie di manifesto programmatico, condiviso in toto da Daniele De Rossi e dal nuovo diesse Ghisolfi. Poi però è entrata nei dettagli del programma: “I Friedkin vogliono trasmettere la sensazione di essere i custodi di un club storico. Per questo vogliono sentire sempre la gente coinvolta. Sanno cosa la squadra rappresenti per la tifoseria e per la città. È qualcosa di unico che può essere rispettato attraverso un approccio sostenibile”.
Da questo punto di vista, la Roma dei Friedkin ha sposato in toto la politica dell’Uefa. “Quando si è trattato di dire no alla Superlega – aggiunge Souloukou – la nostra è stata l’unica proprietà americana a opporsi con fermezza. Il sistema delle franchigie degli sport statunitense non sarebbe rispettoso della cultura calcistica europea, che è basata sulla meritocrazia”. Il fair play finanziario resta un caposaldo al quale i club devono (o dovrebbero) rifarsi: “Solo attraverso un preciso quadro normativo, con certe limitazioni, è possibile costruire un business plan”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida