Ancora tutto fermo. Nainggolan, Manolas, Strootman, Spalletti e De Rossi, seppur con modalità, tempistiche e urgenze diverse, non hanno visto le rispettive situazioni contrattuali fare passi in avanti. Che si tratti di rinnovi o adeguamenti, la situazione è la stessa dall’inizio del ritiro estivo.
IL TEMPOREGGIATORE – Alcuni, leggi il tecnico, per volontà del diretto interessato: «Per adesso resto con quello che ho, voglio uno stimolo maggiore. Mi sto giocando il futuro». In realtà, se avesse voluto, il domani di Spalletti sarebbe già giallorosso da tempo. Ma Lucio preferisce aspettare ed è abilissimo a giocare con le parole: «I giocatori hanno la penna per la firma, la mia conferma dipende dai risultati». Che vista la progettualità che si deve imporre un club vuol dire tutto e niente. Perché inevitabilmente la Roma non può attendere maggio per capire quali saranno i traguardi raggiunti o ancora raggiungibili. L’impressione, quindi, è che l’allenatore stia temporeggiando per comprendere quali siano i reali propositi e le strategie del club. Per intenderci: non è una questione di soldi ma di progettualità.
ASPETTANDO SEGNALI – E a questa, sono legati anche i rinnovi dei calciatori-chiave della squadra. Se per Strootman, come spiegato dal ds Massara, si procede con la politica dei piccoli passi («Stiamo andando avanti per prolungare il suo contratto, non ci saranno problemi») senza contare che il debito di riconoscenza che ha l’olandese nei confronti del club dovrebbe allontanare ogni sirena, diverso è il discorso per Nainggolan e Manolas. Radja si è espresso più volte, rassicurato dalle promesse della Roma, sulla volontà di rimanere. Probabilmente è stato l’unico che ha preso una posizione così netta, tra l’altro rinunciando al contratto faraonico che gli proponeva il Chelsea. Il problema è che il belga è ancora fermo alle trattative andate avanti durante l’estate. Poi un mese fa (7 ottobre) le parole di Sabatini («Il rinnovo non è all’ordine del giorno, lui ha chiesto un adeguamento, la società sta valutando, ma non credo si farà. Forse ci sarà un premio in base alle sue prestazioni»), hanno cambiato le carte in tavola, almeno secondo l’entourage del calciatore. Anche perché inizialmente era stato detto a Nainggolan (che chiede 4 milioni più bonus) di attendere l’esito del play off col Porto, poi la fine del mercato, in seguito l’arrivo di Pallotta e infine il ritorno della dirigenza dal viaggio a Londra. Le dichiarazioni dell’ormai ex ds sono state allo stesso tempo un fulmine a ciel sereno e un segnale ben preciso che nemmeno l’avvento dell’ad Gandini hanno per il momento modificato. Ora chi si occupa del belga si sta attivando per avere un nuovo incontro dopo Roma-Plzen (24 novembre).
UGUALE MA NON TROPPO – Copione simile per Manolas. Simile ma non uguale, perché al difensore i primi giorni di ottobre una proposta è stata presentata. Com’è ormai prassi in quasi tutti i club italiani, la parte del leone nel contratto la fanno i bonus di squadra e personali. Offerta che il difensore non ha ritenuto congrua, considerando che quest’estate la Roma ha rimandato al mittente 40 milioni dall’Arsenal. E pur non arrivando al ragionamento che ormai fanno molti calciatori (ingaggio pari al 10% del valore del cartellino) il greco non vuole scendere sotto i 3 milioni di base (più bonus) mentre la Roma non va oltre i 2,5. Dopo oltre un mese, nessun nuovo segnale è arrivato da parte del club. E a proposito di segnali: anche De Rossi ne aspetta uno visto che a gennaio potrebbe firmare per un’altra squadra.